Ha avuto a che fare - nella sua vita di commerci e di relazioni "diplomatiche" - con capi di Stato e di Governo, ministri e amministratori locali di tutto il mondo. Rodolfo Meloni oggi ha settant'anni: per molto tempo è stato console onorario d'Italia ad Halifax, in Canada, ricevendo attestati di stima in particolare quando, in occasione dell'11 settembre, offrì supporto logistico e assistenza agli italiani bloccati in Canada. L'Italia, la Sardegna e Selargius, sua città d'origine, gli sono sempre rimaste nel cuore. Segue, attraverso L'Unione Sarda, di cui è storico lettore, le vicende dell'Isola, dove torna appena può, non solo per lavoro. "Vivo in Canada dal novembre 1965", racconta. "Mi sono trasferito dopo il diploma Perito chimico: avevo conosciuto una canadese che faceva l'insegnante ai figli dei militari Canadesi in servizio a Decimomannu e la sposai. D'altronde, sarei potuto rimanere in Sardegna perché mia moglie, come dipendente Nato, guadagnava cinque volte di più di quello che avrei potuto guadagnare io lavorando alla Saras o Rumianca". Da qui la scelta decisiva: "Spettava a me sostenere la famiglia e non a mia moglie. Per cui decisi di partire in Canada".

Meloni, racconti i suoi trascorsi personali.

"Un mese dopo l'arrivo in Canada, a fine novembre, e' nata mia figlia Wanda. Dopo gli studi universitari qui, decise di specializzarsi negli Usa. Ha sposato un suo collega universitario: vivono a San Diego e mi hanno reso nonno di tre nipoti".

Lei è stato anche console onorario ad Halifax, la sua città d'adozione : come è arrivato a ottenere questa onorificenza? "Arrivato in Canada e conoscendo discretamente l'inglese, feci colloqui di lavoro con varie industrie. Iniziai a lavorare in uno zuccherificio a quattrocento chilometri da casa: del resto, da studente d'estate avevo lavorato allo zuccherificio di Villasor). Sei mesi dopo mi chiamo un'azienda ad Halifax, offrendomi un impiego come chimico. Così, nel giugno del 1966, per stare vicino, alla famiglia accettai l'offerta. Con questa azienda, oltre alla supervisione nei laboratori, iniziai a svolgere le mansioni come chimico della Capitaneria di porto, eseguendo ispezioni portuali. Feci anche 300 ore di lavoro a bordo di navi e corsi di studio negli Usa su prodotti pericolosi e ottenni il patentino come chimico della Marina. Essendo Halifax uno dei porti principali del Nord America, con un'infinità di navi in arrivo da tutto il mondo, tra cui molte cargo italiane, di tanto in tanto dovevo chiedere informazioni al Consolato Generale/Ambasciata. Per questo mi fu chiesto se accettavo l'incarico". Per quanto ha svolto questa prestigiosa attività? "E' un lavoro che ho svolto con onore per 35 anni. Ho avuto il riconoscimento dall'Italia del titolo di Cavaliere prima e poi di commendatore, e dal Canada l'onorificenza per il 75° Giubileo della Regina Elisabetta".

I legami con l'Italia sono forti, anche per questioni commerciali. E con la sua città d'origine, Selargius? "Sono una persona attiva, non riesco a stare fermo. Nel 1988, per forti dolori alla schiena, i medici mi diagnosticarono una malattia chiamata Morbo di Marie Strumpell, in poche parole spondilite anchilosante, e mi ordinarono una convalescenza di un anno. Andai in convalescenza, ma facevo parte del direttivo di una società della Royal Dutch Shell ed ero pagato in pieno per un anno: dopo tre mesi, diedi le mie dimissioni. Oggi penso che i dolori furono causati da stress e dai continui viaggi sempre seduto in aereo o in auto. Lasciato il lavoro da chimico, mi accorsi che, al tempo, in Canada non esistevano i prodotti alimentari italiani. Vidi un'opportunità in questo campo per cui, con un socio, ho aperto l'Italian Market che, nel 1992, ho venduto, ma che esiste ancora oggi. Importavamo dall'Italia e dalla Sardegna prodotti alimentari, per rifornire ristoranti e alberghi. Non per vantarmi, ma nelle province atlantiche dove vivono circa 2 milioni di abitanti, ho introdotto molti prodotti tra cui vari tipi di formaggi, aceto balsamico, passata di pomodoro, acqua minerale gassata, zafferano, riso arborio e altro".

Il suo lavoro, in occasione degli eventi seguenti all'11 settembre le sono valsi notorietà e riconoscimenti. Mantiene relazioni con politici e diplomatici, italiani e di altri Paesi? "Conosco tante personalità politiche sia italiane che di questo Paese, presidenti, primi ministri, premier, ambasciatori di rango e industriali. L'ultimo che ho conosciuto è stato Roberto Fico, in occasione dell'incontro dei presidenti delle Camere dei Paesi G7 tenutasi qui ad Halifax l'anno scorso".

Una delle sue due figlie ora è candidata all'assemblea della Municipalità di Halifax. Come è percepita in Canada la politica italiana? "La nostra politica è seguita solo e in parte dagli italiani in Canada. Inoltre i canadesi, esclusa una risicata minoranza, non si interessano nemmeno alla loro politica".

Lei fa l'imprenditore nel settore dell'import-export. Il Covid ha ridotto le attività. Ritiene che, anche in Italia, ci sia uno spazio per una ripresa economica? "Solo se saremo consapevoli di quello che la pandemia ha provocato, ma vedo troppe divergenze in Italia. Anche qui in Canada le attività si sono ridotte, le frontiere tra regione e regione sono ancora chiuse ed è necessaria la quarantena una volta attraversata la linea di demarcazione. Naturalmente, rispetto al Canada, che finora ha speso oltre 250 miliardi di dollari per fronteggiare la crisi causata dal Covid-19, la situazione è un po' differente rispetto all'Italia. Il costo della vita è aumentato e il Governo ha dato a tutti i pensionati, ricchi o poveri che siano, un sussidio di 500 dollari, alle attività come i ristoranti un prestito di 40 mila dollari con un abbuono di 10 mila dollari se restituiti in un anno. Per gli affitti di spazi commerciali inoltre, se un commerciante paga mille dollari al mese, l'inquilino paga il 25%, il proprietario del locale sconta l'affitto del 25% e il governo contribuisce rimborsando il proprietario del 50%".

Un'ultima domanda: lei è uno storico tifoso del Cagliari. Quest'anno arriverà la qualificazione in Europa League? "Con Nainggolan sì, anche se l'avvio della stagione mi ha un po' deluso".
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