Una rassicurazione per i genitori preoccupati per la riapertura delle scuole dopo i mesi del lockdown arriva da uno studio britannico: secondo i ricercatori il rischio di contagio grave in aula da coronavirus per bambini e ragazzi è "raro", mentre quello di morte è "infinitamente raro".

A certificarlo sono gli autori di una ricerca che sarà pubblicata domani sul prestigioso British Medical Journal (Bmj), citati dall'agenzia Pa, i quali incoraggiano apertamente le famiglie a far tornare in classe i figli.

Lo studio, il più ampio realizzato finora al mondo in materia, indica come il pericolo d'un ricovero in ospedale vada considerato "minimo", quello della terapia intensiva "ancora minore" e lo spettro di conseguenze letali addirittura infinitesimale, sia tra i più piccoli, sia tra i ragazzi fra i 10 e i 14 anni.

Incluse nelle valutazioni dei ricercatori anche le categorie potenzialmente più esposte per condizioni fisiche o sociali svantaggiose come i bambini obesi o quelli di comunità etniche maggiormente colpite dal virus.

Sui casi di contagio minorile da Covid-19 in Inghilterra, Scozia e Galles presi in esame dal team del professor Calum Sample, docente di epidemiologia pediatrica all'Università di Liverpool, sono stati registrati non più di 6 esiti fatali, tutti riguardanti bambini con gravi patologie pregresse associate.

Per questo - ha commentato Sample - i genitori "devono essere fiduciosi che rimandare i figli a scuola non significa esporli a un pericolo diretto", mentre proprio tenerli ulteriormente a casa "vorrebbe dire, come sappiamo, danneggiarli e privarli di opportunità educative, con possibili conseguenze anche sulla loro salute mentale".

Analogo il messaggio di Olivia Swann, ricercatore di malattie infettive infantili all'Università di Edimburgo e prima firmataria del lavoro affidato al Bmj, secondo la quale "il rischio assoluto d'essere ricoverati in ospedale per Covid" è statisticamente davvero "minimo" per qualsiasi bambino.

"Nulla - ha osservato Swann - è mai del tutto privo di pericolo. Ma io, come madre, come medico dei bambini e come ricercatrice, trovo i numeri di questo studio estremamente rassicuranti".

(Unioneonline/v.l.)
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