Prima di Meghan c'è stata Wallis, la signora per cui re Edoardo VIII lasciò il trono dopo neanche un anno dall'incoronazione. Che pazzia buttare via una corona per una donna, aveva detto al sovrano l'arcivescovo di Canterbury. "Già, ma avete mai provato ad andare a letto con una corona?", fu la risposta. Come Wallis Simpson, Meghan Markle è americana, non aristocratica, divorziata, appassionata di moda con una predilezione per gli abiti Givenchy, ed è passata come un ciclone sull'etichetta di Buckinghan Palace convincendo Harry a dimettersi dagli impegni "di membro senior della Royal Family" (così, l'8 gennaio scorso, hanno scritto nel loro comunicato) e a lasciare Londra definitivamente per trasferirsi a Los Angeles. Per tutta risposta, la regina Elisabetta ha levato al nipote prediletto il titolo di Altezza Reale, proprio come accadde 25 anni fa a Diana Spencer dopo il divorzio da Carlo. Ma Harry, adesso duca di Sussex, non sarebbe mai diventato re. Sesto in linea di successione al trono dopo il padre Carlo, il fratello maggiore William e i tre figli di questi, ha rinunciato a tanto - più o meno convinto, questo lo dirà la Storia - ma non al trono. Al trono rinunciò invece sua maestà Edoardo VIII, re di Gran Bretagna e Irlanda e di tutti i domini britannici, imperatore delle Indie e sovrano di 500 milioni di sudditi. Dopo 323 giorni di regno, il 10 dicembre 1936 Edoardo Alberto Cristiano Andrea Patrizio David firmò l'atto di abdicazione al trono per consegnare definitivamente il cuore alla donna che amava e la corona al fratello minore Albert che diventerà re Giorgio VI (padre della futura regina Elisabetta). Sei mesi dopo, il 3 giugno 1937, le nozze nel castello di Candé, in Francia. Lui aveva 43 anni, lei 41. Un evento immortalato dalle foto di Cecil Beaton su Vogue America e raccontato da un nugolo di giornalisti arrivati per scrivere del coronamento di quella che Winston Churchill definirà "la più grande storia d'amore del secolo".

Ma chi era la donna che cambiò il corso della storia d'Inghilterra e del mondo? Bessie Wallis Warfield, classe 1896, americana di Baltimora, pluridivorziata, non era bella né particolarmente colta, ma l'inarrivabile eleganza e un forte senso dell'humor la rendevano una donna di gran fascino. "Dal momento che non posso essere graziosa - confesserà in un'intervista a Vogue - cerco almeno di sembrare sofisticata". Di sicuro, fin dal loro primo incontro a un party nel gennaio del 1931, Wallis - allora al secondo matrimonio, era la moglie di Ernest Simpson, uomo d'affari nel campo del trasporto marittimo - e il principe del Galles parlarono tutta la sera, pure di argomenti che andavano oltre le chiacchiere sul tempo, i viaggi e i tornei di golf. Con tutta evidenza averli fatti incontrare non si era rivelata una buona idea per la padrona di casa: lady Thelma Furness, buona conoscente di Wallis, era difatti l'amante del futuro re che, lo sapevano tutti, aveva un debole per le donne sposate.

Tempo pochi mesi e la simpatia reciproca diventa amore. La devozione di lui fu evidente da subito e, d'altro canto, non ci fu mai alcun dubbio sulla sincerità dei sentimenti di lei. Due caratteri agli opposti: tanto il principe era mite e remissivo, tanto Wallis si dimostrava volitiva e assertiva. Un rapporto che, dirà lo storico Michael Bloch, non sembrava propriamente quello tra due amanti, quanto piuttosto quello tra madre e figlio. Erano ormai amanti da anni quando, il 20 gennaio 1936, re Giorgio V morì lasciando il trono al figlio maggiore che assunse il nome di Edoardo VIII. Adesso sì, aveva pensato, potrò trovare una soluzione per sposare Wallis. Lei che non era mai stata ricevuta a Corte (la regina Mary, madre di Edoardo, donna glaciale, non nascondeva il disprezzo), adesso diventa ben presto la padrona di casa di Forte Belvedere, la residenza di campagna di lui, il loro nido d'amore. Una relazione che fa scandalo - l'estate di quell'anno partono insieme per una lunga crociera nel Mediterraneo - e intanto lei avvia le pratiche del divorzio. La stampa britannica, ben informata di tutti i movimenti del sovrano, sceglie la linea del silenzio mentre negli Stati Uniti i giornali titolano "Una yankee alla corte di Edoardo!". Lui, intanto, è deciso a sposare Wallis, un affare di cuore che ben presto sfocia in una grave crisi costituzionale. Edoardo - che minaccia di abdicare - ha tutti contro: la sua famiglia e il governo guidato dal primo ministro conservatore Stanley Baldwin. Il premier lo avverte: il matrimonio del re con una donna divorziata due volte è impossibile. Comincia dunque una lunga, estenuante trattativa. Baldwin chiama a raccolta i leader dell'opposizione (che sostengono la necessità dell'abdicazione del re) nonché Winston Churchill che propone la linea attendista. "Convinciamolo a rimandare le nozze, magari - disse - presto o tardi si stanca di lei". Figurarsi.

Ciò di cui non si parlava apertamente, e che tenne occupati i servizi segreti per anni, era il sospetto che Wallis Simpson fosse una spia nazista. D'altronde lei non nascondeva la simpatia per il Fuhrer e lasciava correre le chiacchiere sulla sua relazione con Joachim von Ribbentrop, ambasciatore tedesco a Londra. Certo è, però, che vista la presenza continua dell'americana al fianco del re, i documenti più riservati in possesso del governo e dell'Intelligence non furono più sottoposti all'attenzione di Sua Maestà. Le carte confidenziali dell'Intelligence riferivano della passione di Wallis per l'esoterismo, la dipingevano come una ninfomane che aveva affinato le arti amatorie nei bordelli di Hong Kong. Quanto fu scritto solo per gettare discredito sull'amante del re non si sa, certo è che Wallis Simpson fece di tutto - anche se non troppo convinta - perché il re non lasciasse il trono e rinunciasse a sposarla. Addirittura sparì dalla circolazione e si rifugiò in Francia, nella villa di una coppia di amici in Costa Azzurra. Da qui scrisse un biglietto in cui annunciava "di avere abbandonato ogni intenzione di sposare Sua Maestà". La lettera venne consegnata al primo ministro Baldwin che doveva girarla subito a Edoardo, ma così non fu. Il biglietto sparì e il re non lesse mai quelle righe. Il premier, il governo, la Chiesa anglicana, la famiglia reale: tutti volevano che andasse fino in fondo. A quel punto l'abdicazione era davvero l'unica via di salvezza per l'Impero stesso. Il 5 dicembre, dai microfoni radio della Bbc, Edoardo annuncia al popolo l'intenzione di lasciare il trono e di sposare Wallis Simpson. Il 10 firma l'atto di abdicazione e il giorno dopo parla ancora alla nazione: "Dovete credermi quando vi dico che ho trovato impossibile portare il pesante fardello delle mie responsabilità, e adempiere ai miei doveri di re, senza l'aiuto e l'appoggio della donna che amo". Lasciato il trono al fratello Albert che assunse il nome di Giorgio VI, Edoardo venne nominato duca di Windsor col titolo di Altezza Reale.

Wallis e Edoardo si sposarono sei mesi dopo, nel castello della Loira imprestato da un amico. Sedici invitati, nessuno della famiglia reale. Lei indossava un abito azzurro di crespo firmato Mainbocher, sarto parigino che creò una sfumatura di colore cielo apposta per la sposa, una nuance chiamata Wallis blue. Oggi il vestito, donato dalla duchessa nel 1950, è esposto al Metropolitan Museum of Art di New York. Restarono insieme per tutta la vita, fino alla morte di lui, nel 1972, ucciso da un tumore ai polmoni. Lei lo seguì quattordici anni dopo, il 24 aprile del 1986. Fu sepolta accanto al marito nel cimitero di Frogmore, nel sepolcro dei re fatto costruire dalla regina Vittoria. Un diritto ch'era stato preteso da Edoardo, durante la sua malattia: aveva minacciato di farsi seppellire a Baltimora, come un qualunque borghese, se la regina Elisabetta non gli avesse garantito che, un giorno lontano, Wallis sarebbe stata sepolta al suo fianco.
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