Condannato a 15 anni di reclusione per aver scaraventato giù dalla terrazza al decimo piano della Tate Gallery di Londra un bambino di sei anni.

I fatti crearono molto clamore in Inghilterra. Il 4 agosto 2019 John Bravery, 18enne con problemi di squilibrio mentale, con un gesto apparentemente immotivato quasi uccise il bimbo francese che si trovava lì in vacanza con i familiari, al quale ha comunque causato danni permanenti che gli hanno cambiato la vita.

Il bimbo è stato spinto giù nella ressa mentre era in braccio ai suoi genitori, si è salvato miracolosamente precipitando su una tettoia all'altezza del quinto piano, riportando un trauma cranico con emorragia cerebrale e danni fisici gravi a lungo termine.

Nel dicembre scorso si è dichiarato colpevole e ha motivato così, di fronte alla Corte, quel folle raptus: "Volevo comparire in tv nelle news della sera, volevo anche io i miei 15 minuti di celebrità".

Il giovane, ancora minorenne all'epoca dei fatti, è detenuto in una struttura psichiatrica. Tecnicamente, secondo i meccanismi del sistema legale britannico, la pena inflitta è quella dell'ergastolo, ma la giudice Maura McGowan ha fissato un termine minimo di 15 anni per il rilascio del ragazzo, salvo ulteriori reati o violazioni dei codici di comportamento durante la detenzione.

Un gesto "deliberato", compiuto "a sangue freddo", "scegliendo la sua vittima tra la folla".

"Ciò che hai fatto dimostra che sei pericoloso per la società, hai pianificato tutto solo per ritagliarti un po' di notorietà", ha detto la giudice rivolgendosi a Bravery, silenzioso e a testa bassa durante la lettura della sentenza.

(Unioneonline/L)
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