La Germania teme una seconda ondata di coronavirus con l'indice di contagio che, riferisce Sky News citando i dati dell'Istituto Robert Koch, schizza da 1,79 a 2,88. La cifra si baserebbe su una media di quattro giorni.

Un balzo rilevante, comunque, e conseguenza diretta del focolaio in Nordreno-Vestfalia che si è generato nel mattatoio Toennies: un cluster che si è allargato a macchia d'olio, fino a far registrare ben 1.029 positivi fra i dipendenti. Per i test di massa sul posto si è fatto ricorso all'aiuto dell'esercito, mentre il presidente del Land, Armin Laschet, non ha escluso che si possa dover tornare a un lockdown per tutta la regione.

Alla Toennies, ha detto, sono impiegate persone che provengono da diverse città, e questo aumenta il grado di allerta sul focolaio: "Per ora l'infezione è localizzata, ma se questo dovesse cambiare non è escluso un lockdown a tappeto in tutta la regione".

Pesanti le critiche all'azienda, accusata di fornire scarsa collaborazione per fronteggiare il Covid: "La nostra fiducia in loro è pari a zero", ha detto il consigliere del distretto Sven-Georg Adenauer ai media tedeschi. Nell'elenco dei dipendenti fornito, ha spiegato, il 30% era privo dell'indicazione sugli indirizzi; il che ha complicato il lavoro di ricostruzione della catena di contagio, che fino a due giorni fa aveva portato a mettere ben 7.000 persone in quarantena, compresi i vertici dell'impresa.

Sono anche altri i focolai che fanno paura in Germania: in Gottinga, in Assia e persino a Berlino, dove un intero isolato è finito in quarantena. Il Paese per il momento ha rilevato in totale 189.135 casi e registrato 8.883 decessi.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata