I più preoccupati al mondo per il coronavirus sono gli inglesi, molto più di italiani e spagnoli, che pure fanno registrare più casi (ma meno morti).

A dirlo è uno studio condotto dall'Università di Cambridge e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Risk Research.

Gli studiosi hanno analizzato gli atteggiamenti delle popolazioni maggiormente colpite dal virus, in Europa, America e Asia.

E hanno scoperto che maggiori livelli di preoccupazione sono in Gran Bretagna, davanti a Spagna e Stati Uniti. A seguire Germania, poi Svezia, Australia e Giappone.

"Sorprendentemente", secondo i ricercatori, l'Italia è solo ottava, davanti a Messico e Corea del Sud.

Le differenze, sottolineano gli analisti, non sono alte, e la percezione del rischio è elevata in tutte le nazioni.

Gli uomini sono meno preoccupati delle donne, sebbene siano più a rischio.

Uno degli aspetti più importanti sottolineati è quello della prosocialità, la convinzione dell'importanza di fare le cose a beneficio degli altri. "Fare appello ai motivi prosociali può essere una parte importante per risolvere le questioni sociali durante le pandemie".

(Unioneonline/L)
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