Leviatani, mostri immensi e terribili. E poi loro, gli immancabili fantasmi. Nascosti negli abissi e dagli abissi riemersi. C'è davvero di tutto, nel profondo degli oceani. O forse sarebbe più giusto dire, nell'animo umano. «L'uomo vive in due mondi diversi: quello reale, che può vedere e toccare, e l'altro, quello dei sogni e della fantasia, per il quale ha sempre provato grande interesse, fino a subirne il fascino», precisano Giancarlo Costa e Maurizio Mosca nel loro libro "Mostri del mare" edito da Mursia. Come d'altra parte era scritto nel Vangelo secondo Filippo, opera gnostica del II secolo: "La verità non è venuta al mondo nuda, ma nascosta in simboli e in immagini".

Inquietudini ancestrali che la scienza e la conoscenza non hanno mai completamente cancellato. Tanto meno scalfito quando le paure sono nascoste negli abissi.

Serpente marino, stampa irlandese del 1871
Serpente marino, stampa irlandese del 1871
Serpente marino, stampa irlandese del 1871

Serpenti immensi e voraci, lamari giganti, piovre capaci di agguantare i velieri con i loro tentacoli e affondarli. Portandosi dietro, in questa discesa di morte, navi ed equipaggi. Costringendo gli uomini a un viaggio a ritroso in quel mare, nell'acqua culla della vita diventata, improvvisamente, teatro di morte. Ancora miti: i globster. I misteriosi e indecifrabili materiali organici scoperti sulle spiagge, lungo le scogliere: resti saponificati e probabili di balene o altri possenti organismi marini decomposti e senza più corpo, forma, e trascinati sulla terraferma dalle correnti. È Alfredo Cattabiani, studioso di storia delle religioni, a raccontare nel suo bel libro "Acquario" (edito da Mondadori) i simboli, i miti, le credenze del "mondo del silenzio", dove delfini e sirene, conchiglie e leviatani, ma anche coccodrilli e abitanti dei laghi e dei fiumi condividono le pagine del volume con gli altri animali fantastici narrati in questo formidabile bestiario.

Spettri degli annegati nelle abitazioni dei pescatori bretoni
Spettri degli annegati nelle abitazioni dei pescatori bretoni
Spettri degli annegati nelle abitazioni dei pescatori bretoni

Il fotografo, subacqueo e storico della marineria Giancarlo Costa ci riprova con "Leggende e fantasmi del mare" (Mursia) a sondare il mondo fantastico degli oceani. È la nave - classificata a ragione creatura vivente - la protagonista delle 288 pagine del volume destinato - lo dice Costa - a tutti coloro che son capaci di sognare guardando il mare e le navi. «Nel leggendario degli uomini - scrive nella sua introduzione - il mare ha sempre rappresentato ruoli opposti: l'origine della vita e il suo annientamento; la culla e la bara. Nella lingua spagnola il mare ha tutti e due i generi: la mar, al femminile, per indicare il mare buono , quello da cui proviene la vita, e el mar, per indicare quello cattivo che distrugge e uccide.

È così che sulle pagine d'acqua naviga lo spettrale Olandese Volante, la storia tramandata per centinaia di anni dagli uomini di mare. «Sia tu maledetto! Il cielo ti condanni a navigare in eterno, senza riposo e senza mai toccare un porto». Disse così l'apparizione al comandante di una nave olandese diventata fantasma. Terrore dei mari di mezzo mondo, venne avvistata nel 1893, nel 1905 e poi ancora nel 1911. Fino agli ultimi anni del dopoguerra, come racconta il rapporto firmato dall'ammiraglio Karl Donitz: «Alcuni miei equipaggi di U-bootes affermano di aver visto l'Olandese Volante durante i loro appostamenti a est di Suez. Rientrati alla base hanno dichiarato di preferire affrontare tutte le Forze alleate del Nord Atlantico che conoscere una seconda volta il terrore di un incontro con la nave fantasma».

Serpente marino, stampa irlandese del 1871
Serpente marino, stampa irlandese del 1871
Serpente marino, stampa irlandese del 1871

Navigano, nel mare immenso dell'ignoto, "il marinaio senza testa" del brigantino norvegese Squando, "il fantasma assassino" della nave scozzese Llanstephan Castle, i fantasmi del tre alberi Nancy Hanks, compreso lo spettro del gatto nero di bordo. E nuotano, nel buio delle profondità, la piovra immensa, il calamaro gigante, le creature senza nome capaci di terrorizzare gli uomini che vanno per mare. Chi le ha viste (o a creduto di vederle) almeno una volta nella sua vita, non le ha mai più dimenticate. Affidando alla storia, le sue superstizioni. Quegli animali dell'impossibile, gli esseri viventi dell'ignoto risalgono in superficie per un attimo consentendo agli uomini di raccogliere a piene mani nel simbolismo. Rivive così il filo invisibile che separa il reale dal fantastico.

Negli ultimi duecento anni sono state scoperte nuove specie animali. Sulla terraferma e nel profondo degli oceani. Un mondo sommerso che ancora nasconde immani segreti. Magari i mostri sono davvero laggiù, dove l'uomo non è mai arrivato.

Raccontano le fiabe di mare, delle apparizioni degli spettri degli annegati. Compaiono, i loro fantasmi, nelle case dei pescatori bretoni, la notte tra il primo e il due novembre. Per loro viene imbandita una speciale tavola e un pranzo particolare. C'era un tempo, inoltre, che i fantasmi si impegnarono a fondo per impedire la costruzione del faro di Tévennec contro il volere degli abitatori dell'isola.

Nave attaccata dal mitico kraken (Pierre Denis de Montfort, 1810)
Nave attaccata dal mitico kraken (Pierre Denis de Montfort, 1810)
Nave attaccata dal mitico kraken (Pierre Denis de Montfort, 1810)

«Kers-Kuilt kers-kuilt»: andate via, ululava il vento sullo scoglio maledetto. Ventitré guardiani del faro (lo racconta Fabio Pozzo in un suo articolo su "La Stampa-Mare" nel marzo del 2016) lo ribattezzarono Inferno, e lì ci lasciarono la vita. Le rocce scure dove si infrangono le onde possenti del mare di Francia le imprigionarono. Per sempre. E sono lì ancora oggi. In quell'isola di pietra nera dove i sogni sconfinano nella realtà.
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