"Il motto degli olandesi è: noi siamo diversi'', ma quello che stanno dimostrando nell'emergenza coronavirus è ''l'incapacità di gestire lo stress''. Ne è convinta la ricercatrice italiana Cristina Gagliano, da cinque anni e mezzo in Olanda, prima al Laboratorio di Microbiologia dell'Università di Wageningen e ora Scientific project manager all'istituto di ricerca Wetsus a Leeuwarden, in Frisia.

''Ci sentiamo soli, almeno quelli che vengono dall'estero, e non sicuri. Noi italiani siamo scioccati e abbiamo iniziato ad adottare misure di prevenzione ancora prima che lo facesse il governo'', spiega la ricercatrice.

Gli olandesi, prosegue, ''non sembrano molto ricettivi. Abito abbastanza vicino al centro e dalla mia finestra vedo le strade piene di gente come sempre, anche di anziani''. E questo perché ''il premier olandese non è Conte, non fa le conferenze come lui, invitando a stare a casa. Penso che sia importante che tutti gli italiani apprezzino quanto il governo italiano sta facendo''.

In Olanda l'errore, secondo Gagliano, è quello di dire che ''le misure in atto nei vari Paesi europei non sono applicabili qui'' e di aver lasciato autonomia decisionale ai sindaci, alle aziende. Ma anche di continuare a mandare messaggi istituzionali come ''i casi stanno crescendo, ma non come previsto'', che sono finalizzati a ''non diffondere il panico'', ma inducono a comportamenti sbagliati.

Molte aziende sono aperte, in molti continuano ad andare al lavoro, ''nel fine settimana un sindaco ha chiuso le spiagge mentre erano piene di gente'', anche se dal 6 marzo è stato introdotto quello che la ricercatrice siciliana chiama un ''lockdown tra virgolette''.

(Unioneonline/v.l.)
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