Gli scienziati, pieni di dubbi, avanzano con cautela e con rigore alla ricerca di terapie e di un vaccino contro il coronavirus. Tante persone, invece, continuano a uscire inutilmente perché "tanto è poco più di un'influenza" oppure perché "tanto ho la mascherina che mi protegge" (senza sapere che quel presidio medico serve soprattutto a chi è contagiato per non diffondere nell'aria il virus). Niente di nuovo, tutto sommato: l'effetto Dunning-Kruger si fa sentire anche in tempi di pandemia.

Ma che cosa è l'effetto Dunning-Kruger? McArthur Wheeler, quarantacinque anni, 120 chili distributi in un metro e sessanta d'altezza, non è un uomo particolarmente intelligente: chiacchierando con un amico, scopre l'esistenza dell'inchiostro simpatico. Non sapeva che il succo di limone usato come inchiostro è invisibile e che appare soltanto se il foglio viene avvicinato a una fonte di calore. Una scoperta che vuole mettere a frutto: decide di rapinare una banca dopo essersi cosparso il viso con il succo dell'agrume. Ma lui mica è stupido: per provare l'efficacia della sua intuizione si scatta con una Polaroid qualche foto. I risultati gli danno ragione: lui non compare nelle immagini. Non viene neanche lontanamente sfiorato dal dubbio che quel succo di limone, arrivato sino agli occhi, gli abbia fatto sbagliare inquadratura.

Ne è assolutamente certo, è diventato invisibile. E, qualche giorno dopo, si presenta, pistola in mano, allo sportello di una banca: si fa consegnare qualche migliaio di dollari e - ma questa è una cosa che non è stata raccontata ufficialmente dalle fonti ufficiali - mentre esce, rivolge un sorriso alla telecamere di sorveglianza. Ovviamente, la polizia ci mette un istante a individuarlo. Quando gli agenti arrivano a casa sua, Wheeler è sconcertato: come hanno fatto a scoprirlo così in fretta? Eppure, si è cosparso ogni centimetro del suo volto con il succo di limone ed è stato attento a non avvicinarsi ad alcuna fonte di calore.

L'episodio accade nel 1995 a Pittsburg negli Stati Uniti. L'anno dopo, David Dunning, docente di Psicologia sociale alla Cornell University a Ithaca, nello stato di New York, legge la notizia nel World Almanac and Book of Fact (almanacco che viene pubblicato dal 1868 dal quotidiano New York World) nella sezione Offbeat news stories (letteralmente Notizie insolite) e ha un'intuizione: "La sua enorme stupidità", pensò, "gli nascondeva la sua stessa stupidità". Per intendersi, è troppo stupido per rendersi conto di essere stupido. Decide di affrontare con rigore scientifico l'argomento e coinvolge nel suo progetto di ricerca un laureando, Justin Kruger.

Chiede ad alcuni volontari di valutare il proprio livello di competenza in tre aree, umorismo, logica e grammatica. Poi, agli stessi volontari sottopome test per valutare l'effettiva competenza nei tre ambiti. Ebbene, quelli che si erano proclamati "altamente competenti" era i volontari che, invece, avevano fallito il test. Di contro, chi si era dato una valutazione bassa aveva, invece, ottenuto un ottimo risultato nei test: il 25 per cento delle "cavie" che aveva ottenuto i risultati più bassi, in una scala da 1 a 100, si era assegnato, in media, 62. Da quel lavoro, nasce un libro, "Unskilled and Unaware of It: How Difficulties of Recognizing One's Own Incompetence Lead to Inflated Self-assessments" che, iniziamente, divenne una bibbia del settore. E che, con il passare degli anni, diventa sempre più attuale. "Il problema dell'umanità", sintetizza in maniera geniale Bertrand Russell, "è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi". Una persona intelligente evita di addentrarsi in campi che non conosce; l'effetto Dunning-Kruger (così è stato chiamato) fa sì che gli "idioti inconsapevoli" (anche questa è una definizione tecnica) abbiano una distorsione cognitiva, un bias, che li porta a sovrastimare il proprio sapere.

Certo, se l'idiota inconsapevole, dopo aver visto un cooking show, si sente un esperto di cucina, scrive le sue recensioni su Tripadvisor, può, al massimo, danneggiare un ristoratore. Ma, in altri campi, le conseguenze possono essere ben peggiori. E lo stiamo toccando con mano: se la pandemia non rallenta quanto dovrebbe è anche - o, forse, soprattutto - a causa di questi "idioti inconsapevoli".

All'inizio, si diceva che gli scienziati avanzano, invece, con cautela alla ricerca della soluzione. Perché molti di questi studiosi devono fare i conti con l'altra faccia della medaglia dell'effetto Dunning-Kruger, la cosiddetta "sindrome dell'impostore": la loro intelligenza li porta a dubitare su tutto, talvolta (ed è proprio questo il caso più sintomatico della sindrome) sulle loro stesse capacità. E, giustamente, prima di dire qualcosa, riflettono, si confrontano con i colleghi che ritengono più qualificati. Saranno, però, proprio loro a trovare la soluzione. Perché la civiltà avanza soltanto grazie agli esseri umani pieni di dubbi, a quelli che si pongono infinite domande. Certo, al mondo ci sono tante persone che sono talmente stupide da non essere neanche lontanamente sfiorati dal dubbio di esserlo. Ma sono tanti anche quelli che hanno come faro la frase di Socrate: "So di non sapere".
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