Florida, Illinois e Arizona.

Nell'ennesimo supermartedì delle primarie democratiche americane Joe Biden batte ancora Bernie Sanders, spazzando via le sue ultime speranze di ottenere la nomination per la candidatura democratica alle prossime elezioni presidenziale americane.

L'ex vicepresidente ha ormai conquistato 18 stati conquistati e almeno 1.400 delegati agguantati sui 1.991 necessari per la nomination.

Biden verrà incoronato nella convention di Charlotte a fine agosto.

Intanto negli Usa l'emergenza coronavirus rende il futuro più che mai incerto.

Senza un'azione decisa - ha avvertito senza mezze parole il segretario al tesoro Steve Mnuchin - si rischia una disoccupazione al 20%, altro che crisi del 2008.

Lo spettro della recessione potrebbe mettere in crisi il presidente Donald Trump, che si gioca la rielezione sul terreno dell'economia.

Oltre 6.000 i casi di contagio in tutto il Paese ed almeno 118 morti.

Una progressione impressionante in poche ore, e l'incubo degli incubi: il lockdown di New York dopo quello di San Francisco.

Da questo scenario nasce l'appello di Biden, che tende la mano a Sanders nella speranza che il senatore molli e i democratici si possano concentrare unicamente sull'emergenza.

"Il mio obiettivo è quello di unire il partito democratico e di unite il nostro Paese in questo momento difficile e per battere insieme Trump", ha affermato l'ex vicepresidente americano:

"Quello che serve ora è la speranza contro la paura, l'unità contro le divisioni, la verita' contro le menzogne e la scienza contro la finzione".

(Unioneonline/F)
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