Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ordinato alla sua Guardia Costiera di fermare i migranti - radunati sul confine - che tentano di attraversare il mar Egeo con l'obiettivo di raggiungere le isole della Grecia "perché è pericoloso".

È stata la stessa Guardia Costiera, via Twitter, ad avvertire che "su ordine del presidente non sarà data alcuna autorizzazione ai migranti ad attraversare il mar Egeo a causa del pericolo che questo comporta". Ma, si è precisato subito dopo, "resta valido l'approccio del non intervento per impedire ai migranti di lasciare la Turchia".

Nei giorni scorsi da Zagabria, dove si sono riuniti i ministri degli Esteri dell'Ue, Bruxelles ha fatto sapere di "respingere fortemente l'uso della pressione migratoria a fini politici", definendo "inaccettabile questa situazione alle frontiere esterne", pur ammettendo "l'accresciuto onere e i rischi migratori che la Turchia sta affrontando".

Allo stato dell'arte il patto Ue-Turchia che dal 2016 limitava gli arrivi di migranti in Europa "è morto", ha avvertito in un'intervista alla Cnn il premier greco Kyriakos Mitsotakis, che ha parlato di nuovo di "ricatto" turco all'Europa.

"È morto perché la Turchia ha deciso di violarlo completamente, a causa di ciò che è accaduto in Siria", ha scandito, aggiungendo che Ankara "sta consapevolmente usando i migranti e i rifugiati come pedine geopolitiche per promuovere i suoi interessi".

Intanto la tensione al confine greco-turco resta altissima, con migliaia di migranti che premono per arrivare in quella che per molti è ancora la terra promessa.

Ieri la polizia greca ha sparato gas lacrimogeni e usato cannoni ad acqua per respingere i tentativi di sfondare le reti di separazione nei pressi del posto di confine di Pazarkule.

I migranti hanno risposto con il lancio di sassi denunciando alla Cnn che le forze di sicurezza greche hanno sequestrato loro documenti, denaro e cellulari e li hanno costretti a togliersi i vestiti prima di respingerli indietro.

(Unioneonline/F)
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