Mauro Pili contro l'accordo raggiunto tra Italia e Algeria sui confini marittimi.

È una "farsa tutta italiana", commenta il leader di Unidos puntando il dito anzitutto contro il sottosegretario agli Esteri dei Cinquestelle, Manlio Di Stefano, che ha rivendicato su Facebook i risultati raggiunti in Algeria: "Ho incontrato ad Algeri, per la seconda volta, il Ministro degli Affari Esteri Boukadoum col quale abbiamo deciso di istituire una commissione tecnica congiunta per la delimitazione tra i due Paesi delle rispettive aree marittime di interesse esclusivo, secondo i principi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. Si tratta di un primo significativo passo per raggiungere una soluzione equa e mutualmente accettabile e promuovere ulteriormente le relazioni bilaterali anche in questo settore. Ancora una volta, quindi, contrariamente alle speculazioni politiche create ad arte in Italia, stiamo tutelando i nostri interessi, in questo caso marittimi. Ci tengo però a ricordare, per l’amicizia storica e profonda con l’Algeria, che non sono mai stati in alcun modo minacciati".

Per Pili si tratta invece di una notizia "destituita di ogni fondamento".

"La verità è solo una - sostiene -: esiste un decreto presidenziale algerino che occupa il mare davanti alla Sardegna. Uno Stato serio, autorevole, con rappresentanti degni di questo nome, avrebbe dovuto chiedere la revoca di quel decreto e poi, solo dopo, sedersi al tavolo della trattativa. È l'abc di un negoziato tra due Stati".

"Non esiste nessun accordo - la conclusione -. L'incontro ad Algeri, tanto declamato dal sottosegretario, non porta a casa niente, anzi, è l'ennesimo fallimento! Resta in piedi lo scippo del mare e la commissione tecnica che si dovrebbe insediare a maggio è una farsa proprio perché non solo non si è risolto il nodo politico ma resta anche quello giuridico di un decreto in essere che nessuno ha chiesto di revocare. Quando uno Stato come l'Italia subisce senza colpo ferire un atto di questa gravità senza chiederne la revoca vuol dire che non solo non difende gli interessi del proprio paese ma favorisce palesemente quelli di un altro".

(Unioneonline/D)
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