Nuovi dettagli emergono sulla strage compiuta ieri in Francia da Michael Harpon, il 45enne che dopo aver fatto irruzione, a Parigi, nella prefettura dell'Ile-de-la Cité in cui lavorava come amministrativo, si è lanciato armato di coltello contro alcuni agenti, uccidendone quattro.

La moglie di Harpon ha infatti raccontato agli inquirenti come l'uomo, la notte prima dell'attacco, avesse sentito delle voci, dicendo cose incoerenti e al tutto sarebbe poi seguito una sorta di "brusco risveglio".

Ascoltata dagli investigatori la donna ha parlato di una "crisi di demenza".

A riportarlo è la testata Bfm Tv, che ha parlato di un movente ancora poco chiaro per l'attacco che ha causato 4 morti: la perquisizione nell'abitazione dell'uomo non ha prodotto risultati particolarmente utili, secondo quanto ricostruisce l'emittente, ed inoltre l'aggressore, stando ad una fonte del sindacato Alliance, era considerato un impiegato modello, ed era molto apprezzato dai suoi colleghi.

"Conosciuto nel suo reparto", "non aveva mai presentato disturbi del comportamento", "né destato il minimo allarme", aveva dichiarato ieri il ministro dell'Interno Christophe Castaner.

Pur essendo stimato dai suoi colleghi, Michel Harpon - secondo informazioni ottenute da Bfm - viveva una situazione difficile sul lavoro perché non vedeva realizzata la sua aspirazione ad essere promosso ad un incarico di progettista di rete e da mesi - essendo ipoudente - chiedeva per poter superare le sue difficoltà di essere aiutato da un interprete della lingua dei segni.

Circa 18 mesi fa, Harpon si era convertito all'Islam ma al momento non si sa se esista il minimo legame tra la sua conversione e la sua entrata in azione.

Durante la perquisizione nella sua abitazione sono stati sequestrati computer e telefoni.

Da qui potrebbero uscire nuove piste utili agli inquirenti, ma attualmente nulla avvalora la tesi di una radicalizzazione. Ieri diverse persone sono state fermate, tra loro anche il fratello dell'aggressore.

(Unioneonline/v.l.)
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