In migliaia sono scesi in piazza oggi a Barcellona a due anni esatti dal referendum sull'indipendenza della Catalogna, represso nel sangue e dichiarato incostituzionale da Madrid.

Analoghe manifestazioni si sono tenute in altre città catalane, dove il sentimento separatista è in aumento negli ultimi anni.

Il corteo di Barcellona è partito dal centro e ha fatto tappa in diverse scuole che due anni fa furono prese d'assalto dalla polizia in assetto antisommossa perché trasformate in seggi elettorali.

Almeno 18mila i partecipanti stimati dalla polizia di Barcellona.

In molti portavano bandiere indipendentiste, al grido: "Non abbiamo dimenticato, non abbiamo perdonato", in riferimeno agli scontri tra elettori e polizia durante il referendum del 1 ottobre 2017, quando in migliaia parteciparono alle votazioni indette da Puigdemont e represse dal governo di Mariano Rajoi, che inviò le forze dell'ordine a bloccare i comizi.

Le immagini della repressione fecero il giro del mondo: cariche con i manganelli, violente irruzioni nelle scuole in cui si votava, anziane i cui volti erano maschere di sangue. Diversi furono gli episodi di violenza che resero quella giornata una delle peggiori della recente storia democratica spagnola.

E un avviso ai separatisti è arrivato oggi dal primo ministro Pedro Sanchez: "Non giocate col fuoco e condannate qualsiasi atto di violenza, altrimenti non esiterò a sospendere l'autogoverno regionale e ad applicare nuovamente il governo diretto".

(Unioneonline/L)
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