"Questo Parlamento deve o farsi da parte" e permettere che "la Brexit sia fatta" o "presentare una mozione di sfiducia e affrontare finalmente il giorno del giudizio di fronte agli elettori".

Con queste parole, nel suo statement, il premier britannico Boris Johnson ieri sera ha sfidato gli oppositori di fronte alla Camera dei Comuni, riaperta dopo la sentenza della Corte Suprema del Regno Unito, che ha dichiarato illegale la sospensione dei lavori del Parlamento voluta dal leader dei Tory. Parlamento che il primo ministro ha definito "paralizzato" sul tema della Brexit.

Il premier ha poi ribadito con un secco "no" la richiesta dei deputati laburisti di chiedere a Bruxelles un rinvio dell'uscita dall'Ue oltre il 31 ottobre.

Parole che l'opposizione ha contestato come una possibile intenzione di violare la legge "anti-no deal", che prevede che Londra chieda il rinvio in assenza di un'intesa sul divorzio. La norma è stata definita, con parole dure, da Johnson la "legge della resa".

Il primo ministro ha infine accusato i laburisti di "non fidarsi del popolo", di non voler "rispettare il risultato del referendum" del giugno 2016 e di temere nuove elezioni, rispondendo alle accuse di Jeremy Corbyn che aveva chiesto le sue dimissioni.

(Unioneonline/F)
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