Huang Ting-yu e Hsue Ya-chieh, come molte ragazze della loro età, vivono a Taiwan e sognano il matrimonio. L'unica differenza è che queste due giovani donne sono una coppia omosessuale.

Il loro desiderio non è tuttavia destinato a rimanere tale, perché una sentenza della Corte costituzionale del Paese, risalente al 2017, ha imposto al governo di rivedere entro 2 anni la legge affinché il matrimonio possa essere un diritto per tutti.

In mancanza, saranno considerati validi anche i matrimoni gay.

Dopo due anni di apparente inerzia, la questione verrà affrontata dal Parlamento di Taipei qualche giorno prima della scadenza definitiva. E in ogni caso, sia che la legge venga modificata sia che il diabattito politico porti a una situazione di stallo tra la maggioranza democratica che è per il riconoscimento e i conservatori che, invece, sostengono una soluzione "light" con unioni civili senza diritto all'adozione, in virtù della sentenza del 2017, Taiwan diventerà il primo Paese asiatico a riconoscere l'unione fra persone dello stesso sesso.

In attesa che si faccia chiarezza sulla nuova normativa, Marc e Shane, una coppia di 30enni conosciutisi sui banchi dell'università, sta progettando il matrimonio per il 24 maggio 2019. Una data che, dunque, non solo cambierà la loro vita ma anche la storia di Taiwan.

"Ci auguriamo che Taiwan potrà adottare rapidamente una legge che consenta l'adozione o l'utero in affitto - spiega Shane - ma più di ogni altra cosa speriamo di poter avere gli stessi diritti delle coppie eterosessuali anche per l'adozione".

L'isola, separata dalla Cina dal 1949, è considerata fra i Paesi più progressisti dell'Asia in tema di diritti gay e ospita ogni anno il più grande gay pride della regione.

(Unioneonline/v.l.)
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