L'italiano che l'anno scorso è stato arrestato negli Emirati arabi con l'accusa di essere un trafficante di droga è stato graziato e presto tornerà in patria.

Massimo Sacco ha ricevuto il provvedimento di clemenza dall'emiro Khalifa bin Zayed al Nahyan anche grazie all'impegno dell'ambasciata italiana ad Abu Dhabi, in stretto raccordo con il ministero degli Esteri.

Qualche mese fa, dal carcere di Abu Dhabi dove era rinchiuso, aveva lanciato un disperato appello alla compagna, che si era poi rivolta ad alcune trasmissioni tv italiane consegnando una registrazione audio. "Sto morendo", diceva Sacco, le cui condizioni di microcitemia avevano provocato un aggravamento della situazione generale.

"Rischio che a breve - diceva - la mia malattia si trasformi in una leucemia. La situazione è diventata drammatica e solo adesso stanno cercando di metterci una toppa. Vorrebbero curarmi dandomi del ferro, ma questo equivarrebbe a condannarmi a morte. I dottori degli Emirati Arabi non sanno neanche cosa sia la microcitemia, che pur essendo una grave forma di anemia non va in nessun modo curata con il ferro. Non ho più parole".

L'imprenditore era stato trovato in possesso di 10 grammi di cocaina e accusato di traffico internazionale di stupefacenti "senza nessuna prova oggettiva, hanno fatto di tutto per farmi confessare. Ho subito ricatti e botte atroci".

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata