"Sono deluso da me stesso, per non aver capito che Facebook poteva cambiare la nostra cultura, influenzare le elezioni e rafforzare i leader nazionalisti. Mark è rimasto un bravo ragazzo, ma temo che il suo concentrarsi sulla crescita lo abbia portato a sacrificare sicurezza e civiltà in cambio di un click".

Sono le parole di Chris Hughes, co-fondatore di Facebook, che in una lunga lettera pubblicata dal New York Times prende le distanze sulle ultime politiche della società californiana.

Hughes, che da Facebook si è allontanato nel 2004 per riprendere gli studi ad Harvard, punta in particolare il dito sugli algoritmi del News Feed che decidono i contenuti che milioni di persone vedono ogni giorno.

"L'influenza di Mark è sconcertante, ben al di là di quella di chiunque altro, sia nel settore privato che governativo", spiega Hughes. "Controlla tre delle principali piattaforme social del globo, Facebook, Instagram e WhatsApp […] e può decidere di fermare qualsiasi competitor acquisendolo, bloccandolo o semplicemente copiandolo".

Hughes riporta quindi esempi concreti: come Zuckerberg ha bloccato Vine, che trasmetteva video della durata di sei secondi che poi sparivano. E come ha copiato Snapchat.

Poi va ancora oltre, definendo Facebook uno "zar della privacy", capace di "rubare decine di milioni di password, che migliaia di impiegati di Facebook hanno potuto vedere".

Hughes si dichiara dunque favorevole all’ipotesi di scorporare Instagram e WhatsApp dalla società Facebook, al fine di rendere il settore più competitivo e scongiurando di conseguenza un monopolio che, a suo dire, sta facendo più male che bene non solo al mercato, ma anche ai cittadini.

L'augurio è anche la creazione di un'agenzia governativa dedicata alla regolamentazione delle tech company che fissi linee guida simili a quelle stilate col GDPR dall'Unione europea.

Facebook ha ribattuto alla lettera di Hughes con le parole del vice presidente degli affari e della comunicazione globale, Nick Clegg. "‎Facebook accetta che il successo si accompagni a grandi responsabilità, ma non si costringe alle proprie responsabilità disgregando una società statunitense di successo", ha dichiarato Clegg. "Le tech-society possono essere portate ad affrontare le proprie responsabilità solo attraverso l’introduzione di una nuova regolamentazione del Web, che è quello che chiede anche il CEO Mark Zuckerberg per Facebook, tanto che proprio questa settimana incontrerà diversi capi di governo per favorire il dialogo in questo senso".

(Unioneonline/v.l.)
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