Ancora caos in Libia.

Dopo gli scontri della scorsa notte, le forze del maresciallo Khalifa Haftar - che si oppongono alle truppe del premier Fayez al-Serraj, riconosciuto dalla comunità internazionale - hanno sfondato il fronte a sud di Tripoli, conquistando el Azizia, a circa 50 chilometri dalla capitale.

Ora i combattimenti ora si concentrano nell'area di Suani ben Adem.

Sono oltre 10mila gli sfollati.

Intanto ieri il premier Giuseppe Conte ha convocato a Palazzo Chigi un Gabinetto di crisi per informare i ministeri competenti sulla rapida evoluzione della situazione nel Paese.

"Da quando il mio esecutivo ha iniziato a occuparsi del dossier libico, ho subito acquisito la consapevolezza che non è però pensabile una soluzione del conflitto senza interloquire con tutti gli attori che hanno un ruolo, locali o internazionali", ha detto il presidente del Consiglio in un'intervista a "Il fatto quotidiano".

"Haftar ha sempre avuto un ruolo importante, in particolare in Cirenaica. Noi parliamo con tutti gli attori sul terreno, in base a un approccio inclusivo, avendo come obiettivo il pieno rispetto delle prerogative e il benessere del popolo libico", ha aggiunto.

Conte ha inoltre confermato di aver avuto un incontro avvenuto con gli emissari del maresciallo: "Mi è stata consegnata una lettera personale del generale Haftar, a conferma della fiducia che ha nei miei confronti. Io ho chiesto ai suoi emissari aggiornamenti sulla situazione sul terreno. Loro affermano di voler liberare il Paese dalle formazioni terroristiche e operare una unificazione delle Forze armate e di sicurezza. Io ho ribadito la mia ferma opposizione a una deriva militare".

Deriva militare a cui si è detta contraria anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

"Non servono prove di forza, non serve fare i duri", ha fatto sapere.

"La priorità deve essere quella di tenere in sicurezza il nostro paese e l'intera aerea", ha aggiunto, escludendo categoricamente la possibilità di un intervento militare italiano.

(Unioneonline/F)
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