La Guardia Costiera libica ha risposto all'appello e intercettato le venti persone a bordo della barca che aveva perso il motore e imbarcava acqua al largo della Libia. Sulla barca c'erano altre otto persone, finite in mare e date per disperse.

Lo comunica Alarm Phone, la linea telefonica dedicata ai rifugiati in difficoltà nel Mediterraneo, secondo cui è arrivata anche la conferma dal Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma.

''I famosi 20 che 'stavano affondando' sono stati prontamente salvati dalla Guardia Costiera libica e riportati a terra. Molto bene!", ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

"Le 20 persone saranno riportate in una zona di guerra da una milizia finanziata dall'Ue: è una vergogna che questo respingimento illegale e disumano avvenga nell'indifferenza generale", aggiunge invece Alarm Phone.

L'allarme è partito dagli stessi naufraghi intorno alle 6 di stamattina: "Stiamo morendo, moriremo in mare, moriremo in Libia e in Tunisia. Se non arriviamo in Italia moriremo tutti", è stato l'sos lanciato dal gommone ad Alarm Phone, che su Twitter ha pubblicato l'audio. "Senza dubbio - si legge nel tweet - se i dispersi fossero europei e bianchi un'operazione di salvataggio sarebbe già stata effettuata".

E mentre non c'è pace per i migranti a bordo della Alan Kurdi della ong tedesca Sea Eye, da otto giorni in attesa dell'esito delle trattative tra il governo tedesco e gli altri Paesi europei, il senatore Gregorio De Falco, ex M5s ora al Gruppo Misto, ha ufficializzato la sua decisione di imbarcarsi sulla nave Jonio con l'ong Mediterranea: "Si tratta di una di quelle poche occasioni per fare qualcosa di concreto. Non vorrei essere un passeggero zavorra, ma vorrei avere una funzione di utilità a bordo, mettendo a servizio la mia esperienza di ufficiale di marina".

(Unioneonline/D)
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