Il caso Regeni è "una ferita ancora aperta", e lo resterà "finché non si risolverà".

Lo afferma il premier Giuseppe Conte a margine del summit Ue-Lega araba, a Sharm el Sheikh, in Egitto, tornando a parlare del giovane ricercatore friulano sequestrato e trovato senza vita nel febbraio del 2016, a pochi chilometri dal Cairo.

Pur ammettendo che "l'agenda sia molto serrata, troveremo un modo di confrontarci e trasmetterò le premure del governo italiano e dell'Italia" al presidente Abdelfatah Al Sisi, ha aggiunto il presidente del Consiglio.

"Con il presidente, certo, ci siamo salutati, essendo lui l'ospite, abbiamo scambiato qualche parole, confidiamo di poter scambiare altre parole nel corso del summit", ha detto ancora.

Nel corso del vertice il premier italiano ha avuto anche un incontro bilaterale con il capo del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale Fayez al-Serraj.

La situazione della Libia "è strategica per l’Italia" e servono degli "sforzi volti a prevenire una escalation di violenza o un conflitto civile, che sono sempre dietro l’angolo", ha spiegato Conte.

"Tutti devono rinunciare a qualcosa, abbiamo una road map e auspico che la conferenza internazionale" promossa dall'Onu "si possa realizzare".

"Presto avrò un aggiornamento anche con il generale Haftar", ha concluso il premier.

(Unioneonline/F)
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