Sono rientrati nel Belpaese i resti di 12 caduti italiani in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Si trovavan a Kirov, 800 chilometri a est di Mosca, in una fossa comune nella quale c'erano circa 1600 soldati, in gran parte impossibili da identificare.

Una nuova pagina di storia sulla tragedia della Armata italiana in Russia, scritta grazie all'impegno di un gruppo di associazioni riunite nella sigla "Italian recovery team".

Sono decine di migliaia i soldati italiani morti o dispersi in Russia. La fossa comune si trova accanto alla ferrovia di Kirov, città in cui Mosca aveva realizzato campi di lavoro e di prigionia per i militari catturati dall'Armata Rossa. Molti di loro non sono sopravvissuti alle terribili condizioni di vita a cui erano sottoposti.

Un lungo lavoro di ricerca, d'altronde - afferma al Corriere Daniele Parravano, responsabile di una delle associazioni che si è impegnata per portare alla luce questa storia - "si parlava da tempo dell'esistenza di una fossa comune nei dintorni di Kirov".

Ma prima del crollo del comunismo e dell'avvento di Internet si è potuto fare ben poco. "A partire dagli anni '90 - continua Parravano - gli archivi si sono aperti, poi con Internet le informazioni hanno cominciato a circolare in rete e le nostre impressioni si sono trasformate in qualcosa di più concreto".

Le carte, le testimonianze degli abitanti del luogo. che parlavano di militari che "morivano di stenti, freddo e malattia, e venivano abbandonati ai margini della linea ferroviaria". Poi erano i cittadini a seppellirli alla meno peggio per evitare epidemie.

Sulla base di questi riscontri nel 2016 è partita la spedizione a Kirov dell'Italian recovery team, inizialmente autofinanziata, poi con l'appoggio dei ministeri della Difesa italiano e tedesco.

Così è emersa la fossa con i resti di circa 1600 soldati: grazie a oggetti e uniformi spesso si riesce a chiarire se siano italiani, tedeschi o di altre nazioni. Ma pochissimi potranno essere identificati e avere un nome e un cognome.

E in questi giorni le prime salme, dopo oltre 70 anni, sono tornate in Italia.

(Unioneonline/L)
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