Sta facendo molto discutere la nuova legge entrata in vigore l’1 gennaio in Danimarca e secondo cui il certificato di cittadinanza non viene assegnato a chi si rifiuta di stringere la mano al sindaco o al funzionario che lo consegna.

La decisione arriva in aperto contrasto con le usanze musulmane e dell'ortodossia ebraica, che prevedono stringenti limitazioni nel contatto fisico tra maschi e femmine. Sono infatti decine, in Danimarca, i richiedenti asilo che per motivi religiosi rifiutano di toccare persone dell'altro sesso.

La motivazione che sta alla base di una simile e stringente normativa è tuttavia molto semplice: per chi ha deciso di integrarsi nel Paese la stretta di mano non è altro che una prova di questa ferma volontà.

Martin Henriksen, fra i leader del partito danese contrario all'immigrazione Danks Folkeparti, ha spiegato come stringere la mano sia nel Paese un gesto "molto comune", e compierlo è "un segno visibile che il paese del quale vuoi diventare cittadino ti sta nel cuore".

Secondo altri, invece, si tratterebbe di un'inutile forzatura, e sono molti i sindaci che si rifiutano di applicare alla lettera la norma.

Non si tratta del primo provvedimento di questo tipo in Danimarca: l'estate scorsa è stata approvata una legge che vieta il velo e il burka in pubblico.

La cittadinanza, al momento, è riservata solo a chi risiede nel Paese da almeno 9 anni, non ha precedenti penali, è autonomo finanziariamente e dimostra di conoscere storia, lingua, cultura e tradizioni locali.

(Unioneonline/v.l.)
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