Ha oltrepassato i confini del Canada il caso dell'ex culturista e preparatore atletico che beve la propria urina per curare un problema di salute.

John DePass, 46 anni, soffriva di un dolore cronico a una spalla, al collo, e aveva problemi di digestione. Due anni fa la decisione: ha iniziato a bere l'urina che produce. Lo fa solo durante la settimana mentre il sabato e la domenica mangia anche della carne.

La sua vita, ha raccontato, è decisamente migliorata. I dolori sono svaniti, e anche il sonno ne ha tratto giovamento.

"Le difficoltà sono state quelle di affrontare il ribrezzo della mia famiglia, mia moglie non aveva il coraggio di guardarmi mentre bevevo. Però ora, visti i risultati, si è dovuta ricredere - spiega - anche se non sono riuscito a convincerla a fare come me".

John assume ora meno di 3mila calorie alla settimana - tra frullati di frutta e verdura -, ha perso 14 chili e si sente bene. Per i medici però non esiste una correlazione scientifica tra il bere l'urina e il miglioramento del dolore cronico. Anzi, mettono in guardia dal seguire le orme dell'ex atleta: "Una moda ormai negli Usa - sostengono - che può portare a gravi conseguenze come l'insufficienza renale".

(Unioneonline/s.s.)
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