Lo shutdown più lungo della storia americana - il blocco parziale delle attività federali per la mancata approvazione della legge di rifinanziamento - è entrato oggi nel suo 23esimo giorno.

Al centro dello stallo, iniziato lo scorso 22 dicembre, c'è scontro tra il presidente Donald Trump e il Congresso sui finanziamenti per la costruzione del muro con il Messico, il cui costo stimato è di 5,7 miliardi di dollari.

In questi 23 giorni 800mila dipendenti pubblici sono rimasti senza stipendio: alcune strutture federali sono rimaste chiuse, mentre alcuni lavoratori sono stati costretti a rimanere in servizio perché operativi in settori ritenuti "essenziali".

Per questo alcuni sindacati hanno deciso di fare causa al governo.

Intanto su Twitter il capo di Stato - che nelle scorse ore aveva minacciato di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per risolvere la questione - striglia i democratici, che hanno conquistato la maggioranza al Congresso, dopo le elezioni di midterm.

"Siamo in presenza di una terribile crisi umanitaria al confine meridionale. Non saremo operativi per un lungo periodo, fino a quando i democratici non saranno tornati al lavoro dopo le loro 'vacanze'. Io sono pronto alla Casa Bianca".

Unioneonline/F)
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