La chiamano "Tana del topo", ed è la miniera illegale di carbone nello stato indiano di Meghalaya dove, da 13 giorni, 15 giovanissimi lavoratori sono intrappolati a 112 metri sotto terra.

Una vicenda che porta all'attenzione una piaga, quella del lavoro clandestino sotto le viscere della terra, che in India è purtroppo pratica diffusa.

Sono infatti molti gli uomini, spesso ragazzi o addirittura bambini, che per un pugno di rupie accettano di lavorare in condizioni disumane, e nel più totale spregio di qualsivoglia norma di sicurezza.

I lavoratori sono stati colti di sorpresa da alluvioni impreviste e abbondanti che hanno bloccato l'uscita della miniera, e di giorno in giorno le speranze di ritrovarli vivi si fanno sempre più flebili.

"Siamo speranzosi che i minatori possano aver trovato una zona asciutta nel pozzo principale, così abbiamo più tempo per raggiungerli" ha spiegato Santosh Singh della Forza di risposta nazionale ai disastri (NDRF). Quello che però Singh non dice è che, purtroppo, non esistono mappe della miniera perché una miniera, in quel posto, non dovrebbe esserci. E la stampa locale commenta: "Ritrovarli vivi sarebbe un miracolo".

Le ricerche, che vedono impegnati circa 100 uomini dei soccorsi, sono riprese dopo che erano state sospese domenica a causa delle forti piogge.

(Unioneonline/v.l.)
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