Per la prima volta dall'inizio delle proteste dei gilet gialli, il presidente francese rompe il silenzio e parla alla nazione.

Un discorso durato qualche minuto, pronunciato all'Eliseo e in diretta televisiva, in cui Emmanuel Macron ha condannato la violenza ma anche aperto alle istanze dei manifestanti.

"Gli eventi delle ultime settimane in Francia e all'estero - ha detto - hanno profondamente turbato il nostro Paese. Si sono mischiate richieste legittime e una inaccettabile violenza. Voglio dirvi subito che non ci sarà clemenza verso tale violenza. Nessuna collera giustifica attacchi ai poliziotti, ai gendarmi, e gli esercizi commerciali non possono essere oggetto di atti di vandalismo".

Allo stesso tempo, ha aggiunto, "non dimentico la collera dei francesi", "un'indignazione condivisa da molti", perché in Francia "vedo uno stato di emergenza sociale ed economica, e lo decreto oggi".

"La collera è giusta - ha aggiunto - in un certo senso, e abbiamo l'opportunità di cambiare", ma "ora è giunto il momento della calma e dell'ordine repubblicano" e "per questo ho conferito rigide istruzioni al mio governo".

Da domani, ha proseguito, "il premier Edouard Philippe presenterà una serie di misure all'attenzione del Parlamento": tra le proposte aumento del salario minimo di 100 euro, lavoro straordinario non tassato, stop al prelievo sulle pensioni inferiori ai 2.000 euro. In tal senso, sarà richiesto alle aziende "che sono in grado di farlo" il versamento "di un bonus di fine anno ai dipendenti. Il bonus sarà esentasse" e le grandi imprese "saranno chiamate a contribuire allo sforzo".

"Da un anno - ha continuato - non siamo stati in gradi di rispondere alle richieste, mi assumo una parte della responsabilità. Forse ho ferito qualcuno di voi con le mie idee, ora voglio essere chiarissimo. Il malessere esiste anche in altri paesi, insieme troveremo il cammino per farcela. Dobbiamo creare nuove strade, per noi francesi".

(Unioneonline/D)

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