Il governo di Tel Aviv ha raggiunto il cessate il fuoco con Hamas, in quella che stava diventando la peggiore escalation nella Striscia di Gaza dal 2014 con decine tra morti e feriti.

La tregua lascia sul campo politico Avigdor Lieberman, il falco alla guida del ministero della Difesa israeliano che da tempo premeva per un'operazione militare su larga scala contro Hamas a Gaza.

"Abbiamo capitolato davanti al terrore", ha detto motivando le sue dimissioni e criticando il premier Benjamin Netanyahu per aver risposto in maniera "debole" di fronte al lancio di missili da Gaza. "Ci compriamo una calma a breve termine al prezzo di una insicurezza a lungo termine", ha aggiunto Lieberman, auspicando ora elezioni anticipate prima della scadenza naturale del novembre 2019.

Oltre alle sue dimissioni, ha annunciato anche l'uscita dalla maggioranza dei cinque deputati del suo partito. Il governo Netanyahu si trova così sostenuto soltanto da 61 dei 120 deputati della Knesset.

Non si è fatta attendere la reazione del movimento islamico palestinese: per Hamas si tratta di un "riconoscimento della sconfitta" di Israele "per mano della resistenza palestinese". L'annuncio rappresenta quindi una "vittoria per Gaza", rivendica in una dichiarazione il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri.

(Unioneonline/D)
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