L'associazione Luca Coscioni si stringe attorno alla famiglia di Roberto Sanna, il 34enne di Pula malato di Sla che è andato a morire in Svizzera facendo ricorso al suicidio assistito, e denuncia "l'ulteriore dolore imposto dalle istituzioni, una sofferenza acuita dal terribile viaggio che un ragazzo in condizioni fisiche drammatiche ha dovuto sopportare dalla Sardegna fino in Svizzera".

Violenza, attacca la segretaria dell'associazione Filomena Gallo, che è "il prodotto dell'indifferenza di una classe politica al dolore dei malati e alle sentenze della Corte Costituzionale".

Gallo ricorda come la Consulta abbia dichiarato incostituzionale il divieto di aiuto al suicidio e chiesto al legislatore di disciplinare la materia. Una sentenza arrivata nel 2019 e sinora ignorata dai governi.

"La politica - conclude - è in parente violazione della Costituzione per la mancata risposta alla sentenza del 2019 e per la mancata emanazione di una legge che includa tutte le situazioni fuori dalla previsione della Corte. Viola inoltre quanto previsto dalla Costituzione, relativamente alle libertà individuali e i diritti civili e politici, per via della mancata presa in considerazione della nostra proposta di legge d'iniziativa popolare per la regolamentazione del fine vita".

L'associazione fa sapere che dopo Dj Fabo e Davide Trentini un altra persona le si è rivolta per ricorrere al suicidio assistito. Dopo il diniego della Asl, il malato ha contattato l'associazione Luca Coscioni per intraprendere un percorso giudiziario.

(Unioneonline/L)
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