Scatta il programma di protezione per l'unica testimone del delitto di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata in casa a Faenza, in provincia di Ravenna.

Nell'abitazione, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, c'era un'amica della figlia. Per il momento non ci sono arresti (Claudio Nanni, l'ex marito della vittima, è indagato a piede libero per omicidio pluriaggravato in concorso con persona ignota) e lei è l'unica ad aver visto il killer, ancora in circolazione. Per questa ragione, su via libera della Prefettura competente, è scattato un programma di protezione: la richiesta era stata inoltrata dal Procuratore capo di Ravenna Daniele Barberini alla luce del potenziale pericolo a cui è esposta la ragazza.

IL RACCONTO - La giovane ha fornito elementi, sia direttamente che indirettamente, ritenuti sin qui fondamentali per l'esito dell'inchiesta.

A cominciare dalla chiamata alle 6.06 ad Arianna, figlia della Fabbri, partita in auto da pochi minuti alla volta di Milano assieme al padre. Così è scattato l'allarme al 112 su quella che si pensava fino a quel punto essere l'intrusione di un ladro. La ragazza ha inoltre potuto riferire le ultime parole della vittima ("Chi sei? Cosa vuoi?") consentendo di capire che la 46enne non conosceva il suo assassino. E ha contribuito a stilare un primo parziale identikit dell'aggressore, sebbene lo abbia solo intravisto di schiena mentre correva giù per le scale: molto alto, ben piazzato, con spalle grosse e vestito di scuro.

Altri elementi sono arrivati infine dalla chiamata di 21 minuti che alle 6.08 sempre la giovane ha fatto al padre dell'amica. Una telefonata ora in mano agli inquirenti: l'uomo aveva installato sul suo cellulare un'applicazione in grado di registrare le chiamate.

LE IPOTESI - Secondo l'ipotesi più battuta dalla polizia, l'ex marito potrebbe avere ingaggiato un killer per uccidere la consorte da cui si era separato nel 2018. Il movente potrebbe essere economico: dopo l'assegnazione alla moglie della casa coniugale di via Corbara, la 46enne aveva promosso una causa di lavoro da 100mila euro relativa a contestati mancati compensi per la sua collaborazione nell'impresa di famiglia.

L'udienza - la seconda - si sarebbe dovuta celebrare giusto il 26 febbraio al Tribunale di Ravenna. Nanni ha finora fermamente respinto questa ipotesi dicendosi del tutto estraneo all'omicidio della moglie. Anche la figlia crede al momento alla dichiarata innocenza del padre.

(Unioneonline/D)
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