Il distanziamento di un metro tra le persone prescritto dalle autorità sanitarie per frenare i contagi del Coronavirus "non ha alcun fondamento scientifico: l'uso della mascherina è infatti da questo punto di vista l'unico modo attualmente comprovato di avere una maggiore sicurezza".

Ad affermarlo una ricerca di un gruppo di scienziati, esperti di fisica dell'atmosfera, dinamica dei fluidi e bio-fluidodinamica, afferenti all'Università di Genova, all'Okinawa Institute of Science and Technology, all'Université Côte d'Azur e alla sezione genovese dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Alla base della conclusione dei ricercatori, il cui lavoro è stato pubblicato su Scientific Reports, è il fatto che "l'attuale ignoranza circa la dimensione iniziale delle goccioline di saliva che accompagna le esalazioni umane (tosse, starnuti, ecc.), e che fungono da veicolo per il virus SARS-CoV-2, non permette di identificare una distanza capace di garantire sicurezza tra gli individui".

"Sfruttando i migliori calcolatori oggi disponibili al mondo - ha dichiarato Andrea Mazzino, docente di fluidodinamica dell'Università di Genova - abbiamo dimostrato come tale incertezza sia la causa alla base dell'impossibilità attuale di fissare una distanza di sicurezza fondata su argomentazioni solide e quantitative".

Le goccioline di dimensioni sotto il micron (un millesimo di millimetro), sarebbero il 97% del totale secondo alcuni studi, secondo altri il 45% o ancora addirittura nulle. Lo studio, quindi, dimostra come non esista nessun alcun fondamento scientifico alla base del distanziamento sociale nella prevenzione del rischio di contagio da Covid-19. Non è chiaro infine, per i ricercatori, se il virus trasportato si trovi maggiormente "a suo agio" in un clima umido o secco.

(Unioneonline/v.l.)
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