Lunghe discussioni al vertice di governo di questa notte sui provvedimenti futuri relativi all'emergenza coronavirus per le prossime festività. Tra le ipotesi emerse c'è quella per cui a capodanno, al fine di evitare i veglioni - occasioni di assembramento e quindi di rischio -, anche i ristoranti degli alberghi debbano chiudere alle 18 e per i clienti solo sevizio in camera. Altro punto infuocato è stato quello sulla chiusura degli hotel vicini alle piste da sci. Dovrebbero rimanere aperti ma una decisione non è stata presa definitivamente.

Altre misure - tutte da proporre al Parlamento in vista del nuovo dpcm in vigore dal 4 dicembre - sarebbero il divieto di uscire dal proprio Comune di residenza a Natale e a capodanno ma con la possibilità di andare a pranzo al ristorante. No ai ricongiungimenti con parenti o viaggi verso le seconde case fuori Regione. E, ancora, niente sci e niente crociere.

Insomma nelle prossime settimane pare non cambi nulla per le regioni gialle, arancioni o rosse, ma dal 21 dicembre (data ancora non ufficiale) potrebbe entrare in vigore la cosiddetta "zona gialla rafforzata", con la finalità di evitare che le festività natalizie incentivino una risalita nella curva dei contagi toccando quindi con mano la possibilità di una terza ondata di Covid-19.

Appare chiaro però che non arriveranno regole o divieti per quanto riguarda le persone da ospitare a cena o a pranzo a casa ma sono vivi inviti e raccomandazioni per evitare i non conviventi.

In tutto il periodo, compreso Natale, resterà il coprifuoco dalle 22 e l'apertura dei negozi fino alle 21. La messa - ma su questo valuta la Cei - dovrebbe svolgersi alle 20.

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata