Sono stati rinviati tutti a giudizio dal gup Domenico Di Croce i cinque imputati per l'omicidio di Serena Mollicone, la ragazza uccisa ad Arce (Frosinone) nel 2001.

A processo andranno l'ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie e il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano.

I Mottola e Quatrale sono accusati di concorso in omicidio, con Quatrale che deve rispondere anche di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Suprano è accusato di favoreggiamento. La prima udienza si terrà il 15 gennaio prossimo nel Tribunale di Cassino.

"Siamo soddisfatti, abbiamo ottenuto quello che aveva chiesto, che è anche il massimo che potevamo ottenere. Un pensiero va a Guglielmo, se fosse stato vivo avrebbe vissuto anche lui questa soddisfazione. Il risultato è stato ottenuto anche grazie al suo coraggio e alla sua perserveranza", è il commento di Dario De Santis, legale di Guglielmo Mollicone, padre di Serena morto il 31 maggio scorso dopo aver lottato una vita perché si arrivasse alla verità sull'omicidio della figlia.

IL MISTERO DELLA MORTE DI SERENA - Serena Mollicone ha 19 anni quando il 1 giugnoi 2001 scompare da Arce per venire trovata cadavere , dopo due giorni, in un boschetto ad Anitrella, con mani e piedi legati e la testa stretta in un sacchetto di plastica. Due anni dopo viene arrestato Carmine Belli, un carrozziere della zona, che trascorre più di un anno in carcere prima di essere scagionato.

Nel 2008 colpo di scena: il brigadiere Santino Tuzi si toglie la vita prima di essere nuovamente interrogato sul caso dai magistrati, secondo gli inquirenti era terrorizzato dal dover confermare quanto accaduto nella caserma dei carabinieri di Arce il giorno della scomparsa di Serena, ovvero di aver visto entrare la ragazza nella stazione dell'Arma proprio il giorno dell'omicidio. E di non averla mai vista uscire.

Le indagini dunque si concentrano sulla caserma, e alla luce degli accertamenti dei carabinieri e del Ris il pm Beatrice Siravo si convince che la giovane sia stata uccisa lì. La ragazza, è la convinzione dell'accusa, quel giorno si è recata in caserma, ha avuto una discussione con Marco Mottola, figlio dell'allora comandante della stazione dell'Arma, e che lì, in un alloggio in disuso nella disponibilità dei Mottola, sarebbe stata aggredita. Quindi il trasporto nel boschetto, dove si sarebbero accorti che Serena respirava ancora e l'avrebbero soffocata infilando la testa in un sacchetto di plastica.

(Unioneonline/L)
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