I lavoratori della Bartolini corriere espresso sono "terrorizzati" per il focolaio di coronavirus che si è sviluppato in un magazzino di Bologna.

Lo afferma il segretario della Uil Trasporti Emilia Romagna Maurizio Lago: "Noi stiamo chiedendo di fare un lockdown di quel sito, andrebbe bloccato tutto. Qui si parla della salute dei lavoratori e per noi tra la produzione e la salute dei lavoratori non ci sono dubbi su cosa vada privilegiato".

"E' evidente - prosegue Lago - che se fossero stati rispettati i protocolli di sicurezza, il contagio non sarebbe partito. Andrebbe bloccato tutto. Invece hanno messo in quarantena solo la cooperativa interna, secondo noi è sbagliatissimo". Per il sindacalista a essere preoccupati sono anche gli autisti e spedizionieri, "che girano per Bologna" e bisogna capire se hanno avuto rapporti con il personale della coop. Per questo la Uil chiede che sia esteso anche a loro lo screening con i tamponi.

I casi tra dipendenti e collaboratori del magazzino aumentano di giorno in giorno. Sono 64 i casi accertati secondo il bollettino di ieri.

Il sito è stato chiuso in via precauzionale, ma il lavoro non è stato sospeso. L'azienda ha annunciato che sarà effettuato, in collaborazione con la Usl, uno screening su 370 persone tra dipendenti e collaboratori.

Quasi tutti i positivi sono asintomatici, due di loro sono ricoverati in ospedale.

Intanto il sindacato Cobas chiede "un incontro urgente al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e al sindaco di Bologna Virginio Merola "per aprire un tavolo di confronto che definisca i criteri e le modalità che permettano ai lavoratori di lavorare in sicurezza".

Il focolaio nel magazzino di Brt corriere espresso "oltre a essere emblematico sulle condizioni di lavoro, potrebbe riportarci indietro ad affrontare le stesse situazioni della fase 1 e a una nuova possibile zona rossa", dice Simone Carpeggiani, responsabile organizzazione nazionale.

(Unioneonline/L)
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