"Chi non rispetta le regole, chi non usa le mascherine e il distanziamento sociale, abbia rispetto per i 1820 morti che il coronavirus ha fatto in Veneto".

Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, che nel corso del punto stampa ha sottolineato che: "Stiamo seguendo anche con un po' di ansia questa apertura importante iniziata ieri perché ci sono arrivate un sacco di foto e di filmati dei centri città con movida a cielo aperto. Così non può andare - ha stigmatizato duramente il governatore del Veneto - l'uso della mascherina non può essere visto come una coercizione ma un piccolo sacrificio, che salvaguardia la salute: la mascherina è un salvavita".

E ancora: "La mascherina non è un vezzo, la mascherina salva la vita e bisogna indossarla sempre. D'altra parte se tra una decina di giorni ci sarà una recrudescenza e un aumento delle infezioni si tornerà a chiudere bar, ristoranti, spiagge, e industrie. Bisognerà tornare a chiudere tutto", ha ammonito Zaia annunciando che siamo arrivati a 524582 tamponi; scendono le persone in isolamento, calate a 3639, 231 in meno da ieri; i positivi sono 18997, 47 in più, mentre calano i pazienti ricoverati in ospedale, scesi a 577, 15 in meno da ieri, così come quelli in terapia intensiva, oggi sono solo 44, di cui 18 i positivi, rispetto ai 99 del 3 maggio scorso, 3201 i dimessi, 14 in più da ieri, mentre 1820 sono i decessi in totale , di cui 1329 in ospedale, 7 da ieri".

"La spesa sanitaria 'Covid' sostenuta dalla Regione Veneto negli ultimi due mesi supera i 100 milioni di euro e va a stabilizzare una spesa di 35 milioni di euro l'anno per i mille posti di lavoro in più creati nel mondo della sanità. Noi ne usciamo massacrati - ha spiegato il governatore del Veneto - se non arrivano risorse a ristoro ne usciamo massacrati. Non va in default il Veneto ma questa vicenda ci ha insegnato che gli investimenti sulla sanità devono essere primari sempre".

(Unioneonline/F)
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