"Chiediamo a chi ha il compito di promuovere il bene comune di non dimenticare queste persone, questi nostri fratelli e sorelle, e di indicare le vie per una loro regolarizzazione, non solo di quelli che possono esserci 'utili', ma di tutti coloro che sono nel nostro Paese, come premessa indispensabile alla tutela della salute di tutti e al ripristino della legalità".

Lo ha affermato al Sir il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente Cei, sui migranti che "lavorano nei campi o nei servizi di cura e assistenza ai nostri anziani e alle nostre famiglie, privi di ogni diritto e di ogni sussidio".

Dopo l'appello lanciato oggi da papa Francesco sul tema dei braccianti agricoli, il cardinal Bassetti ha affermato all'agenzia dei vescovi che "non possiamo dimenticare che in questo momento, tra i tanti che sono in grave difficoltà nel nostro Paese e ai quali come Chiesa siamo vicini ci sono almeno 600mila persone, molte delle quali lavorano nei campi o nei servizi di cura e assistenza ai nostri anziani e alle nostre famiglie, prive di ogni diritto e di ogni sussidio".

Queste persone, ha proseguito il porporato, sono "gravemente esposte non solo allo sfruttamento lavorativo, ma anche per la loro stessa salute, rischiando di diventare, loro malgrado, fonte di contagio per tutti".

"Crediamo davvero, come ci ha ricordato Papa Francesco, che siamo sulla stessa barca - ha aggiunto il presidente della Cei - partecipi delle stesse preoccupazioni e delle stesse attese: ognuno, qualunque sia la sua provenienza, la sua età o condizione, è degno di rispetto ed è amato da Dio in modo unico".

"Chiediamo dunque - ha concluso - a chi ha il compito di promuovere il bene comune di non dimenticare queste persone, questi nostri fratelli e sorelle, e di indicare le vie per una loro regolarizzazione, non solo di quelli che possono esserci 'utili', ma di tutti coloro che sono nel nostro Paese, come premessa indispensabile alla tutela della salute di tutti e al ripristino della legalità".

(Unioneonline/F)
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