E' morto al Policlinico Gemelli di Roma, all'età di 62 anni, Manlio Amadori, il brigadiere di origine sarda noto alle cronache per aver fornito un'altra "verità" sulla morte di Marco Vannini, ucciso il 17 maggio 2015 a Ladispoli, mentre era in visita alla fidanzata, ospite nell'abitazione della famiglia Ciontoli.

Amadori era stato recentemente sottoposto a un trapianto, ma nel decorso post-operatorio si sono verificate complicazioni e le sue condizioni sono drammaticamente precipitate.

Il brigadiere era uno dei militari intervenuti la sera del delitto e, di fronte alla Corte d'Assise, aveva testimoniato: "Antonio Ciontoli in caserma mi disse: non posso dire tutto quello che è successo perché altrimenti inguaio mio figlio".

Dichiarazioni, che non hanno mai trovato riscontro, che delinearono uno scenario diverso da quello ipotizzato dagli inquirenti: ovvero che a sparare a Vannini non era stato Antonio, bensì suo figlio Federico.

Amadori avrebbe potuto essere chiamato nuovamente in causa nel processo bis sull'omicidio, disposto dalla Corte di Cassazione, la cui prima udienza è programmata il prossimo luglio.

(Unioneonline/l.f.)
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