L'Italia piange altri 681 morti da coronavirus, ma ieri erano stati di più (766). E, soprattutto, per la prima volta dall'inizio dell'emergenza, fa registrare un segno meno. Oggi infatti sono 74 in meno di ieri le persone ricoverate in terapia intensiva, ieri erano 4.068, oggi sono 3996.

"Oggi per la prima volta abbiamo un dato molto importante. Il numero di pazienti in terapia intensiva diminuisce di 74 ed è un notizia importante perché consente ai nostri ospedali di respirare: è il primo valore negativo da quando abbiamo avviato la gestione dell'emergenza", è il commento del capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.

Gli attuali malati di coronavirus in Italia sono 88.274, con un incremento di 2.886 casi, maggiore a quello di venerdì. Tra di loro 3.996, dicevamo, sono in terapia intensiva, 29.010, ricoverati, e 55.270 (il 63%) in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi. Il numero complessivo di persone contagiate dall'inizio dell'epidemia è di 124.632.

Con le 681 odierne il numero delle vittime supera quota 15mila, attestandosi a quota 15.362.

Sono 1.238 le persone guarite o dimesse, che portano il totale a 20.996.

REGIONE PER REGIONE - Il maggior numero di attualmente positivi si trova ovviamente in Lombardia (7.220), poi le altre: Emilia Romagna (12.523), Piemonte (9.693), Veneto (9.093), Toscana (5.054), Marche (3.497), Liguria (2.894), Lazio (3.106), Campania (2.496), Trento (1.753), Puglia (1.973), Friuli (1.336), Sicilia (1.726), Abruzzo (1.356), Bolzano (1.201), Umbria (927), Sardegna (789), Calabria (662), Valle d'Aosta (560), Basilicata (244), Molise (171).

Quanto alle vittime: Lombardia (8.656), Emilia Romagna (1.977), Piemonte (1.128), Veneto (607), Toscana (307), Liguria (542), Marche (574), Lazio (212), Campania (186), Trento (210), Puglia (173), Friuli (145), Sicilia (111), Abruzzo (153), Bolzano (146), Umbria (41), Sardegna (41), Calabria (49), Valle d'Aosta (82), Basilicata (11), Molise (11).

"NUMERI POSITIVI, MA PERICOLO NON SCAMPATO" - Sia Borrelli che il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) Franco Locatelli hanno ricordato Giorgio Guastamacchia, l'agente della scorta del premier Conte morto per Covid-19. "Era con noi all'inizio dell'emergenza", ha detto Borrelli prima di esprimere ai familiari il suo cordoglio personale e quello di tutto il Dipartimento della Protezione civile.

Poi, sui dati, Locatelli ha dichiarato: Se guardiamo ai numeri, dal 27 marzo a oggi in 9 giorni si è passati da più di 120 accessi nelle terapie intensive ad un saldo negativo di 74 malati, che non sono più oggi nelle terapie intensive rispetto al numero di ieri. Anche il numero di deceduti si è ridotto dai 970 ai 680 attuali. Ma non abbiamo superato la fase critica. Il pericolo non è scampato, non abbiamo scampato proprio nulla".

Di qui l'invito agli italiani al rispetto delle norme, ad "assumere comportamenti con alto senso di responsabilità personale".

BORELLI: "NON USO LA MASCHERINA" - Interpellato sulla necessità di usare la mascherina (la Regione Lombardia ne ha disposto l'obbligo a partire da domani), il Capo della Protezione civile ha detto: "Io non la utilizzo ma rispetto tutte le regole del distanziamento sociale: è importante indossarla quando non si rispettano le distanze".

ALLENTAMENTO MISURE - "Ci avete sentito parlare di R con 0 che è l'indice di contagiosità. Il valore R con 1 è stato raggiunto ma vogliamo andare oltre e ridurre ancora e portarlo sotto 1 per avere l'evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si è quanto meno arrestata come incremento giornaliero". Così ha risposto Franco Locatelli a chi gli ha chiesto un parametro per ipotizzare l'allentamento delle attuali misure. "R con 1" significa che ogni persona positiva ne contagia un'altra, in Italia eravamo arrivati addirittura a un indice "R con 3". Le misure, è l'ipotesi del presidente del Css, potranno essere allentate quando una persona positiva avrà la potenzialità di infettare - parliamo di una media ovviamente - meno di un'altra persona.

Secondo uno studio, ha aggiunto lo stesso Locatelli, con le misure di contenimento prese sono stati evitati almeno 30mila morti in più.

(Unioneonline/L)
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