Dal primo caso di novembre 2019 in Cina - riconosciuto però in ritardo - fino al lockdown e alle vittime, migliaia, in Italia. In quattro mesi il Covid-19 ha infettato circa 200mila persone in tutto il mondo e causato 8mila morti. Ecco il diario dell'epidemia.

17 novembre. E' a questa data che risale il primo caso di nuovo Coronavirus nell'uomo, secondo le autorità cinesi. L'infezione però non è stata riconosciuta subito dai medici. 8-18 dicembre dicembre. Altri sette casi, che saranno riconosciuti solo in un secondo momento. Due di questi hanno un legame con il mercato del pesce di Huanan, a Wuhan, indicato come primo epicentro di quella che circa tre mesi dopo verrà diventerà - secondo l'Oms - una pandemia.

30 dicembre. L'amministrazione di Wuhan, città di 11 milioni di abitanti e capoluogo della provincia dell'Hubei, nella Cina centrale, lancia l'allarme sui propri canali social per una polmonite "dalle cause ignote", inspiegabile. E' molto aggressiva. Ci sono 27 casi, di cui 7 in condizioni critiche.

2 gennaio 2020. Nell'ospedale di Wuhan i pazienti diventano 41. Due terzi hanno un legame diretto con il mercato del pesce di Huanan.

8 gennaio. I ricercatori cinesi annunciano ufficialmente la scoperta del nuovo Coronavirus. In Corea del Sud si registra il primo caso, in arrivo dalla Cina.

23 gennaio. Scatta il lockdown, l'isolamento di Wuhan. Vengono sospesi i trasporti pubblici e i collegamenti aerei con la città. Nei giorni successivi le misure restrittive vengono estese all'intera provincia dell'Hubei, un territorio di 185 chilometri quadrati con 58 milioni di abitanti. Sono passati 43 giorni dal primo caso e 24 giorni dall'allarme lanciato dall'amministrazioni di Wuhan per la polmonite "dalle cause ignote".

27 gennaio. I casi si moltiplicano e vengono registrati in tutto il mondo. In Germania c'è il primo paziente infetto in Europa, ma verrà riconosciuto dopo oltre due mesi. Nei giorni successivi il Covid-19 sbarca in Spagna e in Belgio.

30 gennaio. Il virus arriva in Italia. Sono positivi due turisti di Wuhan arrivati a Roma dopo un tour in diverse città italiane. 18 febbraio. Viene registrato il primo contagio in Italia. Si tratta di un 38enne di Codogno, che non è stato in Cina. Ha sintomi influenzali e si presenta all'ospedale della piccola cittadina nel Lodigiano. E' qui che si diffonderà nei giorni successivi l'epidemia. Nelle prime ore si contano 13 contagiati, tra cui la moglie, alcuni amici e i medici.

Un mercato in Cina (Ansa)
Un mercato in Cina (Ansa)
Un mercato in Cina (Ansa)

21 febbraio. Il primo morto per Coronavirus in Italia: è un uomo di 77 anni di Padova. E' qui vicino, a Vo' Euganeo, che si registra un altro focolaio. 23 febbraio. Un mese dopo Wuhan, scatta il lockdown del nord Italia. A Milano chiudono scuole e bar. Viene individuata una "zona rossa", di cui fanno parte dieci comuni del Lodigiano e il Comune di Vo' Euganeo, in cui è vietato l'ingresso o l'uscita.

25 febbraio. La psicosi sbarca in Sardegna. Centinaia di chiamate al 118. Nel mondo i contagi sono 80mila, di cui 77mila in Cina. I morti sono 2.700. In Italia i casi sono 328. Molti Paesi iniziano a chiudere le frontiere agli italiani. Dalla Cina arrivano critiche per la risposta "lenta" dell'Italia all'emergenza Coronavirus.

1 marzo. A Cagliari viene ricoverato il primo paziente sardo affetto da Coronavirus. Si tratta di un imprenditore 42enne che nei giorni precedenti aveva visitato la fiera di Rimini, dove era in programma il "Beer and food attraction".

5 marzo. L'Italia si ferma. Vengono chiuse scuole e università. Le partite di calcio vengono disputate a porte chiuse. Viene raccomandato alle persone anziane di non uscire di casa. Tutti dovranno evitare strette di mano e mantenere una distanza di almeno un metro dalle altre persone per evitare il diffondersi del virus.

8 marzo. La Regione Sardegna stabilisce la quarantena obbligatoria per chi arriva dalle zone rosse. Nell'Isola i contagiati sono 19. In Italia si contano più di 7mila casi, quasi tutti concentrati in Lombardia e Veneto, nel mondo 109mila.

10 marzo. Tutta l'Italia diventa zona rossa. Il governo vara il decreto "Io resto a casa" e proroga fino al 3 aprile la chiusura di scuole e università. Gli spostamenti, fatta eccezione per le esigenze lavorative, di salute o di necessità, sono vietati.

12 marzo. Il primo decreto non fa presa sulla popolazione. Il governo vara un secondo provvedimento: vengono chiuse tutte le attività. Rimangono aperti solo i negozi di alimentari e i mercati. Si fermano i centri commerciali e i grandi magazzini.

15 marzo. Vengono chiusi porti e aeroporti nell'Isola. Viene garantito il traffico delle merci. Restano in piedi solo i collegamenti tra Cagliari e gli scali di Roma e Milano, ma per partire serve l'autorizzazione preventiva della Regione. L'Isola piange la prima vittima: Carlo Tivinio, 42 anni, ricoverato dall'inizio di marzo. Non si era mai ripreso.

16 marzo. Il Governo vara il decreto Cura Italia, 25 miliardi di euro per garantire - tra le altre cose - la cassa integrazione a tutte le aziende, sospendere i mutui per le aziende e le persone in difficoltà. Oltre all'emergenza sanitaria, ora preoccupa quella economica.
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