"La mafia che ha voluto uccidere Piersanti Mattarella non ha vinto, eppure non ha nemmeno perso perché quella riforma profonda delle istituzioni che Mattarella voleva realizzare in Sicilia, e di cui c'è bisogno in tutto il Paese, è un lavoro che ancora deve essere portato a compimento: le ragioni per cui è stato ucciso sono ancora attuali".

A ricordare il presidente della Regione siciliana, fratello del capo dello Stato Sergio Mattarella, assassinato 40 anni fa da Cosa Nostra, è il ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, durante la commemorazione ufficiale davanti al luogo dell'eccidio.

In occasione della ricorrenza il giardino inglese del capoluogo è stato intitolato a Piersanti Mattarella.

"È stato un uomo che ha tenuto alta la dignità della politica e delle istituzioni - ha detto l'esponente del governo Conte -. Lascia l'eredità di una politica concepita come uno sforzo altissimo di un impegno civile, lascia l'idea che fosse necessaria per lo sviluppo una amministrazione efficiente ed efficace".

"Io sono nato dopo l'omicidio di Piersanti Mattarella e penso a tutto quel tempo che è passato, ai familiari che ancor aspettano parole di verità per quell'omicidio. Sappiamo che si sono riaperte inchieste che gettano ombre inquietanti sull'intreccio tra mafia e politica. Noi attendiamo fiduciosi gli esiti ma sappiamo benissimo cosa significò quell'assassinio che fu una dichiarazione di guerra, un atto di guerra della mafia allo Stato", ha concluso.

Cinque corone di fiori, tra cui per la prima volta quella del governo, sono state posizionate ai lati della targa, in via Libertà a Palermo.

Presenti i familiari, tra cui figli e nipoti di Mattarella.

Per l'esecutivo, oltre a Provenzano, anche le massime cariche istituzionali siciliane governatore Nello Musumeci, il presidente dell'Assemblea siciliana Gianfranco Miccichè, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

(Unioneonline/F)
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