Sono numerosi i minori che ogni anno vengono indagati per reati come la diffusione e la detenzione di materiale pedopornografico attraverso gli stickers. Nel 2019 sono stati sette, secondo i dati diffusi dalla Polizia postale.

Il fenomeno ha fatto breccia anche tra i giovanissimi e consiste nella condivisione, attraverso piattaforme di messaggistica istantanea, dei cosiddetti adesivi digitali gratuito che hanno un contenuto violento, offensivo, discriminatorio ma anche antisemita e pedopornografico.

La grande diffusione dei messaggi istantanei consente l'utilizzo non solo delle emoji ma anche degli adesivi che possono essere personalizzati creandoli con la modifica di fotografie reali. La possibilità è offerta sia dal sistema operativo Ios sia da Android.

Ne fanno un grande uso in particolare preadolescenti e adolescenti che, spesso, li utilizzano in modo improprio e si espongono a responsabilità penali.

Sul fronte poi del revenge porn, le persone indagate nel 2019 sono state 24. Anche se, ammette la stessa PolPost, il fenomeno è molto più ampio ma in tanti non denunciano. In generale i casi di ricatto che si sono sviluppati online sono stati 514, con 288 indagati per estorsioni a sfondo sessuale, molestie e minacce sui social network, stalking.

In crescita infine le diffamazioni online soprattutto a danno di chi ricopre incarichi istituzionali o è comunque conosciuto dal grande pubblico: 2.426 i nuovi casi, 738 gli indagati.

(Unioneonline/s.s.)
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