Due carabinieri, imputati al processo sui depistaggi per la morte di Stefano Cucchi, hanno annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile nei confronti di altri due loro colleghi co-imputati per il reato di falso ideologico.

Si tratta di Colombo Labriola e Francesco Di Sano, che intendono costituirsi parte civile nei confronti di Francesco Cavallo e Luciano Soligo, entrambi tenente colonnello e loro superiori in grado, e da cui - secondo i legali - avrebbero ricevuto disposizioni di modifica di alcuni atti.

"Non sapevamo del pestaggio. Dopo i Cucchi, le vittime siamo noi. C'è stata una strana insistenza nel chiederci di eseguire quelle modifiche che all'epoca non capivamo. Oggi sappiamo tutto e per questo abbiamo deciso di costituirci parte civile. Non siamo nella stessa linea gerarchica, l'abbiamo subita, erano ordini", le parole, riferite dall'avvocato dei due militari, Giorgio Carta.

"L'ordine fu dato da chi, insistendo sulla modifica, sapeva qualcosa di più costringendo gli altri ad eseguirla", ha riferito la difesa in aula, "loro hanno subito un danno di immagine, come è successo per gli agenti della polizia penitenziaria".

Nel procedimento relativo al morte del giovane romano, lo scorso 14 novembre la Corte d'Assise di Roma ha condannato a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro.

(Unioneonline/F)
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