È stato un abbraccio fra due padri, quello di Giulia Zandarin, la 18enne morta nell'incidente stradale dello scorso 31 ottobre a Musile di Piave (Venezia), e quello di Alberto Antonello, il fidanzato che guidava l'automobile, a chiudere il funerale con cui la ragazza è stata salutata per l'ultima volta nel Duomo di Castelfranco Veneto.

I genitori dei due giovani si trovavano nei primi banchi della chiesa, piena di gente, assieme ad altri congiunti.

"L'amore è anche scusare, accettare, e accogliere l'altro per quello che è", ha detto don Franco De Marchi, parroco di San Floriano, frazione d'origine della ragazza, auspicando che Alberto guarisca presto.

Il giovane è ancora in condizioni gravi: uscito dopo tre giorni dal coma farmacologico, è indagato per omicidio stradale. Nelle prossime ore sono attesi gli esiti degli esami tossicologici che dovranno accertare in quale stato fosse al momento dello schianto.

Sarà una perizia, disposta dalla Procura, a chiarire poi gli aspetti ancora oscuri dell'accaduto.

Alberto è figlio di Franco Antonello, l'imprenditore che aveva lasciato il lavoro dopo che al figlio maggiore, Andrea, era stato diagnosticato l'autismo. Alla storia di padre e figlio si è ispirato il romanzo "Se ti abbraccio non aver paura", di Fulvio Ervas, e recentemente anche il film di Gabriele Salvatores, "Tutto il mio folle amore", presentato all'ultima Mostra di Venezia.

(Unioneonline/D)
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