La procura generale della Cassazione si è espressa contro gli arresti domiciliari per Giovanni Brusca, uno degli esecutori materiali della strage di Capaci poi diventato collaboratore di giustizia, in carcere da 23 anni. Il pg, nel parere espresso nella requisitoria scritta in cui si rigetta la richiesta avanzata dagli avvocati dell'ex boss di Cosa Nostra, Antonella Cassandro e Manfredo Fiormonti, condividendo le motivazioni del Tribunale di Sorveglianza, considera "non ancora acquisita la prova certa e definitiva del suo ravvedimento".

La decisione dei giudici della Suprema Corte è attesa nelle prossime ore.

La Procura Nazionale Antimafia aveva detto sì alle richieste dei legali, sostenendo che l'ex boss si fosse "ravveduto".

Brusca, capo del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato, è stato arrestato il 20 maggio del 1996 mentre era latitante con la famiglia a Cannatello (Agrigento).

Oltre che per la strage di Capaci nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta, il boss è stato condannato come mandante del sequestro e dell'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino che insieme a Brusca era tra gli organizzatori dell'attentato al giudice palermitano.

(Unioneonline/F)
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