Scoppia un'altra bufera sul nuovo ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, finora il più contestato dell'esecutivo giallorosso.

Dopo il no al crocifisso nelle scuole, stavolta a scatenare le polemiche è la sua decisione di iscrivere il figlio alla scuola inglese e di non fargli fare l'esame di italiano.

"Mio figlio - spiega lui - ha sempre frequentato scuole internazionali perché è nato e cresciuto all'estero. Queste scuole sono le uniche che garantiscono continuità curricolare ai bambini che cambiano spesso paese di residenza. Mio figlio, figlio di un italiano e di una donna tedesca, parla 4 lingue (tra cui l'italiano), ma al tempo dell'iscrizione aveva ancora difficoltà a scriverlo, ragion per cui - anche su suggerimento della scuola - abbiamo deciso di non registrarlo per l'esame facoltativo d'italiano".

"Mi domando come sia possibile che dati sensibili rispetto alla presenza di un minore in una scuola siano reperibili", aggiunge, annunciando "un esposto al garante della privacy, da privato cittadino e non da Ministro, per tutelare non solo il diritto alla riservatezza di mio figlio ma quello di ogni genitore a poter crescere ed educare i propri figli senza che la loro vita venga gettata in pasto ai giornali".

I POST INFUOCATI - A peggiorare la sua situazione anche alcune esternazioni particolarmente sopra le righe, messe nero su bianco sui social qualche anno fa su Facebook e ripescate dal Giornale. All'epoca, non ancora ministro, Fioramonti viveva all'estero e commentava le vicende italiane sui social.

Da Silvio Berlusconi definito "l'imperatore della sfiga" durante il terremoto a L'Aquila, alla senatrice Daniela Santanchè bollata come "una demente bugiarda e venduta". Tanto da aggiungere: "Se fossi una donna, le sputerei in faccia". Non si salva nemmeno la polizia: "Sembra più un corpo di guardia del potere, invece che una forza al servizio dei cittadini", scriveva.

"Sono opinioni scritte di getto, di cui non vado fiero", si scusa lui. Parole che non riescono a placare l'onda di richieste di dimissioni: "Ci aspettiamo la condanna di tutte le forze politiche, senza se e senza ma", tuona Giorgia Meloni. Segue a ruota Forza Italia che martella su Twitter con l'hashtag #Fioramontidimettiti, entrato poi nella top ten italiana.

Per la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini, il ministro "ha dimostrato di essere un fiume in piena di arroganza, demagogia e volgarità". Preoccupata anche Valeria Fedeli del Pd: "Quando il linguaggio di odio e sessismo viene usato da chi si è assunto responsabilità importanti nel Paese è ancora più grave". Chiarezza o dimissioni è l'aut aut di Roberto Calderoli della Lega: "Fioramonti chiarisca i fatti, altrimenti meglio davvero che taccia e si dimetta".

Il Movimento 5 Stelle lo difende attraverso i deputati della commissione Cultura: "Fioramonti è sotto attacco per le sue proposte politiche, dalla centralità della questione ambientale agli investimenti nella scuola". Ma rilanciano: "Chi attacca il ministro attacca tutti noi".

(Unioneonline/D)
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