Il gip Silvia Carpanini ha assolto Luca Pedemonte, l'agente accusato di eccesso colposo di legittima difesa per aver sparato e ucciso il 20enne di origini ecuadoriane Jefferson Tomalà nel corso di un Tso nel giugno 2018.

Il pm Walter Cotugno aveva chiesto l'assoluzione.

Il difensore dell'agente, Antonio Rubino, aveva chiesto il rito abbreviato.

Secondo quanto ricostruito, il giovane, si era barricato in una stanza di casa con un coltello, i familiari avevano chiesto aiuto perché minacciava di ucciderli e di suicidarsi.

Era infuriato per una lite avvenuta il giorno prima con la compagna, madre della loro bimba di due mesi.

Sul posto erano arrivati gli uomini delle volanti che prima avevano tentato di trattare con il giovane, poi avevano fatto irruzione spruzzando spray al peperoncino per bloccarlo e sottoporlo al trattamento sanitario.

Il giovane aveva aggredito e ferito a coltellate un poliziotto e Pedemonte aveva sparato sei colpi, uccidendo Tomalà.

In difesa di Pedemonte, pochi giorni dopo il caso, era intervenuto l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini, esprimendo solidarietà nei confronti dell'agente.

"Non mi permetto di commentare una mamma che perde il figlio. Se il figlio non avesse accoltellato una, due, tre, quattro, cinque, sei volte una persona che sta facendo il suo lavoro oggi sarebbe vivo e vegeto su questa terra. Capisco il dolore della mamma però sono al fianco di chi indossa una divisa, che in questo caso ha fatto solo e soltanto il suo dovere", aveva dichiarato il leader leghista.

(Unioneonline/F)
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