"Elder ci ha detto che aveva paura di essere strangolato, di essere oggetto di un'aggressione da parte di Cerciello quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere".

Sono le dichiarazioni degli avvocati Roberto Capra e Renato Borzone , legali di Finnegan Lee Elder, il ragazzo americano reo confesso dell'omicidio del vicebrigadiere avvenuto nella notte del 26 luglio scorso a Roma. Elder non ha ribadito la confessione al Gip.

"Siamo al lavoro per stabilire cosa è successo quella notte in tutte le fasi della vicenda e cercare di capire se ci sono testimoni o immagini che possano fornire elementi utili", spiegano.

Le dichiarazioni dei legali si riallacciano alle parole pronunciate dalla famiglia del ragazzo americano e affidate al comunicato letto dall'avvocato Craig Peters, di fronte all'abitazione della famiglia Elder a San Francisco, con alle spalle la famiglia Elder, padre, madre e sorella stretti in un abbraccio. "Abbiamo visto nostro figlio Finnegan. Sta bene anche se stanco, spaventato. Lui ha tutto il nostro supporto e noi gli stiamo accanto. Ora noi vogliamo ottenere più informazioni su questa vicenda e abbiamo un piano per arrivare alla verità".

"È spiacevole, anche se comprensibile - ha proseguito l'avvocato Peters - che la gente sia saltata alle conclusioni in questa vicenda. La politica e i media sono divisi. Invece noi percepiamo unitamente sia la tragedia della morte di Rega, sia il fatto che Finnegan sia stato condannato ingiustamente La verità venga fuori e Finnegan torni presto a casa. Abbiamo l'impressione che l'opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi".

Sulle dichiarazioni della famiglia è intervenuto anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "L'unica verità evidente - ha tuonato dai social - è che, con 11 coltellate, un criminale ha ammazzato un figlio, sposo, fratello, Italiano di 35 anni".

(Unioneonline/v.l.)
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