Un fiume silenzioso e composto di persone. Il segno della croce, le lacrime, l'incredulità.

In migliaia hanno raggiunto la camera ardente allestita nella cappella di Santa Maria della pietà allestita a Roma in omaggio al vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso il 26 luglio scorso proprio nella Capitale.

Una fila che non si è mai interrotta, composta da semplici cittadini, ma anche da rappresentanti di tutte le forze dell'ordine, uomini della politica e dello spettacolo. La madre, il fratello e la sorella di Mario seduti sui banchi insieme agli amici, tantissimi, venuti da Somma Vesuviana, dove oggi alle 12 sarà celebrato il funerale.

Anche il premier Giuseppe Conte è andato a dare conforto ai parenti del carabiniere uccisi: una visita non di circostanza, che è durata un'ora e mezza.

"Riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati".

In un lungo post pubblicato nella serata di ieri su Facebook, il premier Giuseppe Conte interviene sulla foto scattata in caserma a Natale Hjorth, uno degli indagati per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega. Nell'immagine, da ieri al centro della bufera, l'uomo appare ammanettato e bendato nel corso dell'interrogatorio.

"Questo pomeriggio, ho visitato la camera ardente per rendere onore al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, un servitore dello Stato che amava l'Arma dei Carabinieri, un uomo generoso che dedicava le pause di lavoro a iniziative di solidarietà - scrive Conte -. Lo Stato partecipa commosso al dolore della moglie Rosa Maria, della madre Silvia, della sorella Lucia, del fratello Paolo, e di tutti i familiari e amici che, amandolo, più soffriranno la mancanza del suo sorriso e del suo temperamento allegro. Al sentimento di commozione si accompagnano vari interrogativi che la vicenda suscita nell'opinione pubblica e in ciascuno di noi".

Continua Conte: "Ho avuto un lungo incontro con i vertici dell'Arma dei Carabinieri e delle Forze Armate anche al fine di valutare misure di prevenzione sempre più efficaci in modo da evitare che delitti così efferati abbiano a ripetersi. In questi momenti chi ha compiti di responsabilità fa bene a interrogarsi, in modo serio e responsabile, su quali siano le modalità più idonee a intensificare il contrasto al traffico e allo spaccio di stupefacenti da cui nasce questo delitto".

LA FOTO - "Quanto alla foto che ritrae uno dei due ragazzi americani bendato e ammanettato e che sin qui è circolata - sottolinea quindi il premier -, invito a non confondere le cose. Non c'è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro carabiniere, il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l'Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento. Chiariamolo bene: ferme restando le verifiche di competenza della magistratura, riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati. Parimenti censurabile è il comportamento di chi ha diffuso la foto via social in spregio delle più elementari regole sulla tutela della privacy", spiega.

"L'Italia è uno Stato di diritto - rimarca Conte -. È la culla della civiltà giuridica dai tempi dell'antico diritto romano. Abbiamo princìpi e valori consolidati: evitiamo di cavalcare l'onda delle reazioni emotive tenuto anche conto che la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario, contempla già l'ergastolo e non consente più sconti di pena. Tutto questo anche per merito di norme più severe introdotte da questo Governo. Piuttosto dobbiamo ora vigilare affinché tutti coloro che hanno compiti di responsabilità facciano in modo che le norme siano rigorosamente applicate", conclude il premier.

L'AUTOPSIA - Ieri in serata è arrivato anche il risultato dell'autopsia: sono state 11 e non otto, come sembrava inizialmente, le coltellate riscontrate ieri sul corpo del vicebrigadiere. Secondo l'esame, svolto all'istituto di medicina legale del Verano nella Capitale, il carabiniere ucciso è deceduto per una forte emorragia.

(Unioneonline/v.l.)
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