"Mi ha puntato contro la pistola, poi l'ho riconosciuto. Era Antonio Ciontoli".

La nuova accusa contro l'uomo condannato in appello a cinque anni di reclusione per l'omicidio di Marco Vannini arriva da un'intervista in televisione. A puntare il dito è un sessantenne, in un'intervista a Quarto Grado.

I fatti, stando al suo racconto, risalgono all'estate del 2014: "Ero sul tratto della via Aurelia, poco prima di Castel di Guido, lungo una discesa. E per una trentina di secondi una macchina dietro di me ha tentato di tagliarmi la strada. Usava gli abbaglianti. Ho rallentato un po’ perché pensavo che lo sconosciuto fosse alterato da qualche sostanza, ma quando ha accostato e io ho abbassato il finestrino lui, con viso molto duro, senza dir niente, mi ha puntato la pistola".

Quando poi Ciontoli è diventato tristemente noto per la vicenda della morte del fidanzato della figlia, di cui si è assunto la responsabilità, il sessantenne lo ha riconosciuto.

Ciontoli ha negato l'accusa ma il racconto ha convinto la procura di Civitavecchia a indagarlo con l'accusa di minacce aggravate.

(Unioneonline/D)
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