La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per Pasquale Russo, 48 anni, che il 2 agosto 2016, al termine di una lite, a Lucca, uccise la sua ex, Vania Vannucchi, dandole fuoco.

La donna, 46 anni, morì il giorno dopo nell'ospedale di Pisa.

La Corte ha respinto il ricorso presentato dalla difesa.

Russo era stato condannato per omicidio volontario aggravato da crudeltà e atti persecutori, sia in primo grado dal gup Antonia Aracri in rito abbreviato il 29 maggio del 2017, sia dalla Corte di appello Firenze, il 25 luglio dell'anno successivo.

I giudici della Cassazione hanno riconosciuto anche le aggravanti della crudeltà e dello stalking, facendo cadere soltanto l'ipotesi della premeditazione.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il giorno della tragedia Russo, al termine di una lite, bruciò viva Vannucchi perché lei lo aveva lasciato e minacciava di denunciarlo per stalking.

Dopo averle rubato il cellulare entrandole in casa di notte, Russo l'aveva attirata in un appuntamento trappola dietro l'ex ospedale Campo di Marte con la scusa di restituirle il telefonino.

Al culmine dell'alterco, l'aveva cosparsa di benzina e l'aveva arsa viva, fuggendo via.

La donna fu soccorsa subito e prima di essere sedata fu proprio Vania Vannucchi a fare ai soccorritori il nome del suo assassino, che nel frattempo si era allontanato. Pasquale Russo fu rintracciato poco dopo dalle forze dell'ordine e arrestato.

(Unioneonline/F)
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